11 luglio 2024

Voodoo Lounge, gli anni '90 classici dei Rolling Stones

L'11 luglio 1994 i Rolling Stones pubblicavano "Voodoo Lounge", un album di tante prime volte che li portò a prendere gli anni '90 con lo sile del passato

L'11 luglio 1994 i Rolling Stones pubblicavano "Voodoo Lounge", un album dalle tante prime volte per la rock band britannica che cercò di entrare nel nuovo decennio a distanza di cinque anni dall'ultimo album in studio, "Steel Wheels" del 1989.

Un disco importante "Voodoo Lounge", perché segnò una serie di prime volte che presentarono Mick Jagger, Keith Richards, Ronnie Wood e Charlie Watts alle nuove generazioni con sfide inedite da affrontare.

Si trattava del ventesimo album in studio, il primo in cinque anni durante i quali vennero pubblicati solo live e raccolte. Era il primo lavoro senza Bill Wyman, storico bassista che già alcuni anni prima aveva deciso di passare ai saluti trasformando la formazione ufficiale in un quartetto.

Inoltre "Vodoo Lounge" era il primo disco dopo un periodo di sano allontanamento tra Jagger e Richards che, un contrasto di qua, uno di là, avevano preferito concentrarsi sui rispettivi percorsi da solista con, rispettivamente, "Main Offender" e "Wandering Spirit".

Come se non bastasse, il tour in supporto a "Vodoo Lounge" segnò un altro momento inedito per la carriera degli Stones, che pure di piazze ne avevano girate e ne girano ancora oggi: quello del debutto dal vivo in uno dei Paesi che maggiormente ha fatto del loro sound una religione, l'Argentina.



Gli Stones e la fatica di soddisfare le aspettative

Quando sei una band come i Rolling Stones, di quelle che supera le generazioni rimanendo fedele ad un immaginario ed uno stile iconico, ogni rivoluzione musicale rappresenta una sfida ed un'opportunità da saper cogliere e cavalcare.

Se, nelle parole di Paul McCartney, gli Stones sono sempre stati "un'ottima band blues", c'era bisogno che ogni cambiamento venisse affrontato con coerenza ma, allo stesso tempo, con il brivido di non riuscire ad essere attuali in un mercato sempre in movimento in fatto di gusti e tecnologie.

Nei 20 anni precedenti di scossoni del genere gli Stones ne avevano vissuti e subiti diversi e gli anni '90 non avrebbero fatto eccezione: con un mondo dominato dall'esplosione dell'alternative rock, la sfida sarebbe stata rimanere in piedi con la consapevolezza - e il peso - di essere delle autentiche leggende.

Una pressione mica da ridere che non tutti erano in grado di gestire o, quantomeno, che non tutti nella band erano più disposti a subire. Proprio questa necessità di soddisfare sempre le aspettative risultò essere un limite ormai insopportabile per Bill Wyman che a inizio decennio comunicò ai compagni che basta, portare in giro quella macchina era diventato troppo faticoso.

La perdita di uno dei membri storici, questa volta non a causa di una morte misteriosa ma di una scelta ragionata, cominciò a gettare ombre sulla band stesso, facendo ipotizzare uno scioglimento degli Stones.


Voodoo Lounge, gli anni '90 classici dei Rolling Stones
PHOTO CREDIT: Jane Rose

Il classico moderno di Voodoo Lounge

Rumors che la band decise di mettere a tacere poco meno di un anno prima quando entro in studio con il bassista Darryl Jones - trent'anni dopo ancora parte della band - per dimostrare che c'era ancora tanto da dire, anche dopo una separazione dolorosa come quella con Wyman.

Con lui l'ex The Allman Brothers Band Chuck Leavell alle tastiere, come accadeva da ormai una decina di anni, e il produttore Don Was, con i quali cominciarono le sessioni di "Voodoo Lounge" ai Windmill Lane Studios di Dublino, nel novembre del 1993.

Ma cosa fare con la nuova musica degli Stones? Jagger avrebbe preferito sperimentare, incorporare influenze world, proseguire sulla strada funky messa in mostra negli anni '80 ma il produttore cercò di fare esattamente l'opposto: prendere la musica per cui gli Stones erano famosi, il tradizionale blues rock tanto amato da fan e critica e portarlo nel nuovo decennio.

"Non ero contro il groove a prescindere ma solo contro quello senza contesto. Non era quello che la gente si aspettava dagli Stones e io volevo dimostrare che erano ancora i numeri uno a fare ciò che sapevano fare meglio di tutti", dirà Was.

E fu proprio lui ad avere la meglio, con "Vodoo Lounge" che finì per raccogliere le influenze classiche degli Stones, dal blues al soul e l'R&B che fecero fare alla band un salto sonoro indietro di 30 anni, pur mantenendo un sound fresco.

Un risultato che, non solo soddisfò pubblico e critica, ma consentì anche agli Stones di continuare a dimostrare che quello era il loro pane quotidiano, che lo sapevano fare ancora meglio di tutti e che erano pronti a portarlo sui palchi di tutto il mondo con un produzione che, ancora una volta, avrebbe fatto impallidire tutti.

Pur non entrando in classifica negli Stati Uniti con nessuno dei singoli estratti dal disco - Love Is Strong, You Got Me Rocking, Out Of Tears e I Go Wild - "Voodoo Lounge" riuscì a vendere bene in tutto il mondo, piazzandosi al primo posto nella classifica UK e aggiudicandosi anche il Grammy come Best Rock Album nel 1995.


L'impressionante Voodoo Lounge Tour

Se dal punto di vista discografico e del sound i Rolling Stones finirono per eliminare tutti i fronzoli, gli anni '80 avevano consegnato alla storia una band in continua crescita dal punto di vista dei live. Uno sviluppo esponenziale che doveva ripetersi ad ogni uscita sul palco sotto il simbolo della linguaccia e che non poteva arrestarsi nemmeno con l'avvento della nuova era.

Ormai l'aspettativa era quella di tour giganti, mastodontici, caratterizzati da scenografie sorprendenti e centinaia di migliaia di spettatori impazziti. Un ingranaggio impossibile da fermare che continuò a ripetersi anche nel "Vodoo Lounge Tour" per dimostrare che loro erano gli Stones ed erano i migliori a mettere in piedi spettacoli del genere.

Per l'occasione lo stage design prevedeva una gigante struttura con delle torri e un enorme lampione alto quasi quanto uno stadio che, nelle parole, della band, rispondeva alla continua richiesta da parte del pubblico di fare show sempre più incredibili, nonostante a loro interessasse relativamente.

"Al di là tutto la cosa più importante per noi è sempre stato lo show e il fatto che, almeno per noi, dovesse avere dietro un concetto solido", spiegò Jagger. "Non ci interessa se è una cosa che capiamo solo noi ma per noi deve funzionare, quindi bisogna spiegare tutta questa messa in scena e avere la risposta pronta".

La prima data del Voodoo Lounge Tour si tenne il 1 agosto a Washington D.C. con i Counting Crows in apertura e una scaletta che univa i classici agli ultimi brani e proseguì in tutto il mondo con 50 show.

Un momento indimenticabile fu l'arrivo a Buenos Aires per quelli che sono stati i primi concerti in un paese, l'Argentina, che è letteralmente pazzo degli Stones, tanto da avere un nome specifico per i fan locali della band, i 'rolingas'.

Cinque live allo stadio del River Plate davanti ad un totale di 300.000 spettatori che mandarono letteralmente in tilt tutta la città, regalando agli appassionati argentini di musica un ricordo indelebile.

Come sepsso accaduto nella storia degli Stones, il tour in supporto a Vodoo Lounge fu un incredibile successo anche dal punto di vista degli incassi che, con 320 milioni di dollari, scalzò il tour di The Division Bell dei Pink Floyd dalla classifica dei tour dall'incasso maggiore di tutti i tempi.