08 luglio 2021

Una donna ha chiamato i figli Metallica, Pantera e Slayer

In Nuova Zelanda una mamma appassionata di musica metal ha deciso di chiamare i suoi figli Metallica, Pantera e Slayer

Una donna neozelandese, grande appassionata di musica metal, ha deciso di chiamare i suoi figli con il nome di alcune delle band più rappresentative del genere: Metallica, Pantera e Slayer

Una mamma metal

A volte la passione può spingere le persone a fare cose folli o quantomeno avventate. La musica, in questo senso, è un'esperienza totalizzante, qualcosa che, in alcuni casi, non ammette mezze misure e per le proprie icone si può scegliere di fare davvero di tutto.
Una donna neozelandese, grande amante della musica metal, si è però forse lasciata prendere la mano chiamando i suoi figli come tre delle band più iconiche del genere: Metallica, Slayer e Pantera.

La storia della donna, di cui non si conosce il nome, è stata raccontata dal regista e appassionato di metal neozelandese David Farrier che nel 2018 si è anche seduto dietro la macchina da presa per il documentario di Netflix "Dark Tourism".

Farrier ha raccontato la vicenda in un messaggio della sua neswletter, riportando poi il tutto su Twitter, in cui ha spiegato di essere entrato in contatto con la donna che gli avrebbe detto che "Non è facile crescere tre delle band più dure di tutti i tempi".


Una donna ha chiamato i figli Metallica, Pantera e Slayer

Un bimbo di nome Metallica And Justice For All

Nel venire a conoscenza della storia, ovviamente, lo stesso Farrier è rimasto leggermente sorpreso e allora ha deciso di indagare per cercare di fare chiarezza sulla vicenda e capire se, effettivamente, ciò che diceva la donna fosse vero o meno.

Il regista è riuscito a vedere il certificato di nascita del giovane Metallica, nato nel 2009, che a quanto pare di secondo nome farebbe And Justice For All.

Insospettito dalla cosa Farrier ha fatto i dovuti controlli nel registro dell'anagrafe neozelandese, parlando anche con un responsabile, e ha avuto la conferma che non solo il nome è stato effettivamente registrato ma che non c'è alcuna legge che lo impedisca, a meno che non vengano utilizzate parole offensive.
Il direttore dell'anagrafe neozelandese Jeff Montgomery ha infatti spiegato a Farrier che non ci sono impedimenti nel chiamare un bambino con il nome di un album o di un artista, a patto che non vengano utilizzate parole generalmente considerate offensive o che non abbiano senso compiuto.

Non sono stati dati altri dettagli sulla donna se non che ha una passione per le balestre, altra cosa molto metal che merita rispetto, a detta di Furrier, che ha anche invitato le tre band coinvolte a a farsi vive per regalare alla donna e i suoi tre figli biglietti gratis per tutta la vita.