Songs Of A Lost World, la solitudine dell'uomo nel nuovo album dei Cure

Dopo 16 anni i Cure sono tornati con il nuovo album Songs Of A Lost World, un disco oscuro e malinconico in cui Robert Smith affronta la solitudine dell'essere umano

In molti si chiedono come sarà Songs Of A Lost World, il nuovo album dei Cure in uscita il 1° di novembre e l'attesa è ormai terminata.

Nonostante praticamente tutto il disco sia stato già suonato dal vivo dalla band inglese nel corso del tour "Shows Of A Lost World", per i fan poter mettere le mani su un primo lavoro in studio dopo circa 16 anni dall'ultima volta è un'esperienza sempre speciale.

Si tratta del 14° album in studio del gruppo e il primo da 16 anni a questa parte. Alcuni brani tratti dal disco sono stati cantati live per la prima volta durante il loro tour, “Shows of a Lost World”, comprensivo di 90 date in 33 Paesi e che ha totalizzato oltre 1 milione e 300 mila spettatori.

“SONGS OF A LOST WORLD” è stato scritto e arrangiato da Robert Smith, prodotto e mixato da Robert Smith & Paul Corkett e cantato dai The Cure - Robert Smith: Voce / chitarra/ basso / tastiere, Simon Gallup: basso, Jason Cooper: batteria / percussioni, Roger O'Donnell: tastiera, Reeves Gabrels: chitarra. L’album è stato registrato ai Rockfield Studios a Wales.

Robert Smith ha creato il concept e Andy Vella, fedele collaboratore dei Cure, si è occupato del design e della parte visiva.

La cover ritrae una scultura del 1975 di Janes Pirnat, “Bagatelle”.


Tracklist di Songs OF A Lost World

  1. ALONE
  2. AND NOTHING IS FOREVER
  3. A FRAGILE THING
  4. WARSONG
  5. DRONE:NODRONE
  6. I CAN NEVER SAY GOODBYE
  7. ALL I EVER AM
  8. ENDSONG

Un lavoro coeso

Del nuovo album dei Cure si è parlato per molto tempo un disco che, come spiegato nella lunga intervista condivisa da Robert Smith con pubblico e media, è sembrato più volte sul punto di venire sviluppato ma, a più riprese, ha visto ogni volta qualcosa di nuovo interrompere il processo.

A differenza di come avvenuto in alcune fasi della carriera, spiega Smith, il disco nasce dopo aver lavorato su delle demo scritte e realizzate esclusivamente da lui, dando vita ad un lavoro più coeso come quello dei dischi ai quali Songs Of A Lost World guarda maggiormente, ovvero Disintegration, Pornography e Bloodflowers.

A dettare la strada è stata Alone, traccia di apertura del singolo e anche la prima pubblicata dai Cure perché, come dice Smith, tutto ciò di cui ha bisogno è un'apertura e una chiusura del disco. Quello che accade nel mezzo si scrive poi da sé.

La genesi di questa traccia è radicata in un poema di Ernest Dowson, Dregs, che Smith ha riscoperto e adattato come fonte d’ispirazione per i testi.

Altri brani come Endsong esplorano il concetto del passare del tempo e il confronto con la propria mortalità, elementi che richiamano i fan al suono più classico dei The Cure. 

PHOTO CREDIT: Sam Rockman

Ma come è il nuovo album dei Cure ?

Noi lo abbiamo ascoltato con quasi un mese di anticipo e ci siamo dati il tempo di metabolizzare il viaggio intrapreso da Robert Smith in quello che aveva descritto come uno dei lavori più oscuri della band e di oscurità in "Songs Of A Lost World" ce n'è molta.

Ci sono i temi della solitudine, dell'abbandono, della morte - da quando i Cure hanno pubblicato il precedente "4:13 Dream" il cantante ha perso nel giro di pochi anni entrambi i genitori e il fratello maggiore - e una roughness che rassicura e spiazza allo stesso tempo.

E' un disco a tinte fosche, un disco spettrale come quello dei migliori Cure, sicuramente la cosa migliore mai prodotta dalla band dai tempi di "Bloodflowers" del 2000, con il quale "Songs Of A Lost World" condivide quella malinconia devastante che sorregge la notte di Robert Smith.

Chitarre roboanti sembrano volteggiare su synth senza speranza e ritmi claustrofobici ma è la voce di Robert Smith a squarciare il velo, ad offrire il cuore in un contesto a volte robotico.

La scelta di produzione fatta dai Cure per l'album è infatti asciutta, secca, una caratteristica che sembra sempre più frequente - forse per 'appiattire' l'ascolto e ottimizzarlo alle varie piattaforme - e che sembra aumentare il sentimento di oppressione.

Tags