Slash sulla scena musicale di Los Angeles:"Odiavo tutte le band degli anni '80"
Il chitarrista dei Guns N'Roses contro la scena musicale di Los Angeles del Sunset Strip dalla quale è emersa anche la sua band
Slash 'odia' la scena musicale di Los Angeles degli anni '80. Per quanto possa sembrare bizzarro, il chitarrista dei Guns N'Roses ha espresso tutto il suo disprezzo nei confronti di una scena musicale che ha vissuto e dominato.
Slash, di origini inglesi, si è trasferito nella metropoli californiana quando era solo un bambino ed è letteralmente cresciuto nella scena musicale losangelina.
Slash e l'odio per la scena musicale di Los Angeles degli anni '80
Alcune settimane fa è partito uno scontro a distanza tra Eddie Vedder e Nikki Sixx. Il frontman dei Pearl Jam ha manifestato tutto il suo odio nei confronti dei Motley Crue e di tutte quelle band che hanno caratterizzato il look e il sound del Sunset Strip di Los Angeles negli anni '80. Forse non è un caso che, tra queste, Vedder abbia salvato solo i Guns N'Roses e ora proprio Slash è arrivato a dire la sua su una scena musicale che ha vissuto e che ha segnato irrimediabilmente.
Intervistato da Classic Rock, il chitarrista dei Guns N'Roses ha raccontato di avere ricordi stupendi della sua infanzia a Los Angeles ma ha aggiunto di odiare la scena che si era creata in città negli anni '80. La stessa scena musicale che si sviluppava intorno al Sunset Strip dalla quale emersero i Guns N'Roses.
"Odiavo fott******te tutta la scena musicale. Almeno nel Regno unito c'erano delle band fighe che rappresentavano gli anni '80, parlando di rock'n'roll e metal. C'era della musica davvero fighe e molto credibile", ha spiegato Slash, "A Los Angeles erano solo str****te. E i Guns stavano nascendo in mezzo a quella roba".
Ma in cosa si differenziavano i Guns N'Roses dalle altre band? Secondo Slash la vera differenza era la motivazione per cui si formarono gran parte dei gruppi dell'epoca. Il problema era che molte band facevano solo finta, perdendo lo spirito di chi era venuto prima di loro, solo per i soldi e le ragazze:"Tutti si stavano conformando agli standard dell'industria discografica e solo per avere un contratto e per le ragazze. Quando siamo usciti, noi eravamo l'antitesi di tutto questo, qualcosa di cui sono molto orgoglioso".
Da ragazzo, racconta il chitarrista dei Guns, la scena losangelina era fantastica ma negli anni '80 è diventata altro:"Qualcosa di irriconoscibile da un punto di vista dell'integrità e della creatività. Era tutto annacquato."
A guardare il bicchiere mezzo pieno e fare i paragoni con ciò che succede oggi, però, Slash dice che tutto sommato non ci si poteva lamentare: "Con il senno di poi, almeno negli anni '80 c'era una scena, era eccitante. Oggi ad L.A. non c'è più niente. Dagli anni '60 ai '70 c'è stata una grande scena, rivoluzionaria, poi negli anni '80 si è trasformata in altro".
Slash e il rock moderno
Parlando della scena rock moderna, alcune settimane fa Slash aveva detto di seguire alcune band più giovani, anche grazie all'aiuto di suo figlio London.
Secondo il chitarrista dei Guns ci sono ancora dei giovani appassionati di rock che cercano di rendere giustizia al genere.
Parlando con Loudwire Slash aveva detto: "Ci sono un sacco di band rock'n'roll giovani in questo momento. Non voglio giocare al gioco di cercare un salvatore del rock ma è bello vedere band come Dirty Honey e Joyous Wolf ricevere riconoscimenti ed essere passate in radio", ha detto il chitarrista dei Guns N'Roses che ringrazia anche suo figlio London per alcune scoperte musicali,"C'è una band svedese che si chiama Viagra Boys e penso siano fantastici. Sono più orientati verso il punk ma penso siano davvero grandiosi. Me li ha fatti conoscere mio figlio, che suona la batteria in una band, e che mi ha fatto scoprire tutte queste band di rock'n'roll rozzo che mi piacciono. Fuori dai radar, fuori dal mainstream, c'è un movimento enorme e non vedo l'ora di vedere dove va a finire".
E sul significato del rock ha aggiunto:"Per me il rock'n'roll è come il sangue che mi scorre nelle vene. Ci sono nato, ci sono cresciuto. E' un'attitudine e un modo di pensare, una libertà di espressione e libertà di un sacco di altre cose che ho accettato sin da subito e non saprei vivere in un modo diverso".