Scienze: ecco perché ci piace andare a vedere i concerti
Il neuroscienziato Dr.Nas spiega perché come il cervello reagisce alla musica dal vivo e perché vedere concerti è più piacevole di ascoltare un disco
Perché amiamo andare ai concerti?
La spiegazione arriva da uno studio realizzato dal neuroscienziato Dr.Nas che ha spiegato cosa accade al cervello quando assistiamo ad un evento di musica dal vivo.
Molto popolare sui social, Dr.Nas ha spiegato in un reel cosa accade nel cervello di uno spettatore durante i concerti e perché da un punto di vista neurologico reagiamo maggiormente alla musica live, rispetto a quella registrata in studio.
Come reagisce il cervello alla musica dal vivo?
Le relazioni tra musica e cervello sono sempre molto interessanti per i neuroscienziati che spesso hanno raccontato come le note siano in grado di avere un impatto diretto sulle emozioni dell'essere umano.
In un recente reel, il popolare neuroscienziato Dr.Nas, ha spiegato cosa accade, invece, quando siamo spettatori di un concerto di musica dal vivo e di come i live possano suscitare emozioni completamente differenti rispetto a quelle scaturite dall'ascolto della musica da disco.
Ma perché il cervello reagisce maggiormente alla musica suonata?
"La musica dal vivo attiva intere rete cerebrali che coinvolgono l'esperienza del piacere, l'elaborazione delle emozioni e il ri-innesco dei ricordi del passato. Più grande è l'esperienza cerebrale, specialmente nelle parti emozionali del tuo cervello, più profondamente sarai colpito dal sentirti immerso nella musica."
Il Dott. Nas ha poi spiegato che il nostro cervello ama l'imprevedibilità e che la musica dal vivo offre sempre un'esperienza di ascolto leggermente diversa rispetto a quella registrata, che suona sempre uguale ogni volta che la si ascolta.
"I nostri cervelli si adattano e interagiscono con la musica in ogni singolo momento. Quindi la prossima volta che andate a un concerto, ricordate che non sono solo le vostre orecchie ad ascoltare, ma tutto il vostro cervello che si accende e si sintonizza per creare un'esperienza unica", ha detto.
Cosa accade al cervello durante un concerto?
Durante un concerto, la musica ritmica attiva anche la corteccia motoria del cervello, la regione responsabile del controllo del movimento. Questo spiega perché tendiamo a muoverci, ballare o semplicemente a battere il piede quando ascoltiamo musica dal vivo.
Gli impulsi ritmici influenzano i circuiti motori del cervello, portando il corpo a rispondere in modo quasi involontario, e migliorando la percezione del ritmo e del tempo. Anche quando restiamo fermi, il cervello prepara inconsciamente il corpo a muoversi, creando una sorta di “danza interiore” sincronizzata con il ritmo della musica.
Effetti sulle emozioni e sull’amigdala
L’ascolto di musica dal vivo ha un impatto profondo sull’amigdala, una piccola struttura situata nel sistema limbico che gestisce le risposte emotive. La musica può evocare emozioni potenti, come gioia, malinconia, eccitazione o anche tristezza, a seconda del genere e del contesto della performance. Durante i concerti, questo effetto è amplificato dalla presenza degli artisti, dalla vicinanza al pubblico e dalla condivisione di un’esperienza emotiva collettiva. La partecipazione a un evento live può far emergere emozioni più intense rispetto all’ascolto della stessa musica da soli, proprio perché il cervello è influenzato dalla presenza fisica e dall'energia dell'ambiente.
L’impatto sulla memoria e l’ippocampo
Il cervello, e in particolare l'ippocampo, si attiva anche a livello mnemonico, registrando l’esperienza di un concerto dal vivo come un ricordo importante. L’ippocampo, responsabile della memoria a lungo termine, può registrare dettagli e sensazioni legate all’evento in modo duraturo. La combinazione di musica, emozioni intense e un ambiente coinvolgente aumenta la probabilità che quel ricordo si consolidi e resti vivido nel tempo. Per questo motivo, i concerti tendono a lasciare impressi ricordi indelebili, che possono essere richiamati con facilità anche a distanza di anni.
Effetti sulle percezioni sensoriali
L’esperienza della musica dal vivo coinvolge molteplici sensi: l’udito (la musica stessa), la vista (le luci, la folla, i musicisti) e anche il tatto (le vibrazioni sonore che percorrono l’aria e risuonano nel corpo). Tutte queste sensazioni stimolano le aree sensoriali del cervello, creando un’esperienza multisensoriale che potenzia l’impatto emotivo e fisico della musica. La corteccia uditiva, visiva e sensoriale lavorano insieme per creare una percezione completa dell’ambiente, facendo sì che il nostro cervello sia completamente immerso nell’esperienza.
Riduzione dello stress e aumento del benessere
L’ascolto di musica dal vivo può anche ridurre lo stress grazie alla diminuzione dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. La combinazione di dopamina e di un ambiente emozionalmente positivo crea una sensazione di benessere che abbassa lo stress e aiuta a rilassarsi. La musica dal vivo, specialmente se vissuta in un’atmosfera piacevole e con persone che si conoscono, può anche aumentare la produzione di endorfine e ossitocina, neurotrasmettitori legati alla felicità e alla connessione sociale.