17 luglio 2024

Richie Sambora: la jam con Eric Clapton e le radici blues

L'ex chitarrista di Bon Jovi e la memorabile jam session con Eric Clapton, Buddy Guy e John Lee Hooker che l'ha consacrato nella comunità del blues.

La storia musicale di Richie Sambora parte dal blues quando, appena 12enne, inizia a suonare la chitarra innamorato di leggende come BB. King, Eric Clapton,  John Lee Hooker. Nomi che grazie a una carriera strepitosa e una assoluta dedizione a questo genere, per Sambora negli anni diventano amici e colleghi. Una magia che inizia grazie ad una epica jam session organizzata da Eric Clapton e di cui vi raccontiamo la storia.

Tutti conoscono Richie Sambora come il Guitar Hero che per anni ha affiancato Jon Bon Jovi. Tuttavia, Sambora è un artista che va ben oltre le sua capacità come semplice accompagnatore di una grande band o un grande artista: è anche compositore, produttore e cantante di talento. Inoltre, musicalmente, Richie Sambora si distingue per la sua profonda passione e amore per il blues, genere che, chitarra al collo, suona in maniera prodigiosa.

Richie Sambora: la jam con Eric Clapton e le radici blues


Jam session da sogno

Gli inizi della storia musicale di Sambora affondano le radici nel blues, visto che inizia a suonare la chitarra a soli 12 anni, idolatrando grandi artisti come B.B. King, Jimmy Page ed Eric Clapton. Con il passare degli anni, questi musicisti sono diventati più di semplici eroi; per l’ex chitarrista dei Bon Jovi sono diventati amici e collaboratori. In particolare, Sambora ha sviluppato un forte legameli amicizia con B.B. King, mentre Jimmy Page non solo è stato uno dei suoi miti, ma ha anche supportato la sua prima band, i Mercy, aiutandoli a firmare per la Swan Song Records, etichetta discografica dei Led Zeppelin.

Ma è nel 1995 che Sambora, all’apice della popolarità dei Bon Jovi, chiude il cerchio con la sua passione per il blues. Questo accade quando Eric Clapton gli propone di unirsi a una jam session da sogno al Roxy di Los Angeles; per Sambora era un sogno che si realizzava! Quella jam session si rivelò una svolta cruciale nella carriera di Sambora. Da quel momento, non è stato solo il brillante chitarrista che illuminava con la sua arte i palcoscenici dei Bon Jovi, ma è diventato anche un musicista rispettato e apprezzato nella più esclusiva comunità blues.


Sul palco con John Lee Hooker, Clapton e Buddy Guy

La storia inizia nel 1991, quando Richie Sambora stava finendo di produrre e registrare STRANGER IN THIS TOWN, disco che avrebbe rappresentato il suo debutto come solista. Per quell’album, Sambora aveva scritto una canzone a tinte autobiografiche, intitolata "Mr. Bluesman", un pezzo che raccontava la storia di un giovane chitarrista innamorato dei grandi del blues, musicisti che seguiva e da cui si ispirava. E Sambora realizzò un sogno quando Eric Clapton accettò il suo invito a suonare come ospite proprio in quel brano. Racconta Sambora: ”Passano gli anni e un giorno, nel marzo del 1995, ricevo una telefonata: 'Richard, sono Eric…' era Eric Clapton! Io sono rimasto a bocca aperta, fuori di me dallo stupore: ero ancora pazzo e affascinato dalle celebrità come lui, dalle leggende del blues. In quella telefonata, Eric Clapton mi disse: 'Amico, George Harrison e io suoniamo al Roxy stasera. Vieni e fai una jam session con noi!’ E io, cosa dovevo dire? 'No, non posso, Eric, sto guardando "Ok Il Prezzo è giusto" in TV?' (Risate) Ovviamente gli dissi di sì con tutto l’entusiasmo del mondo e gli garantii che sarei letteralmente volato al locale… anche se, tra me e me, ero terrorizzato!”


Arrivato alla jam session, Sambora scoprì che George Harrison non si era presentato, ma al suo posto c'era John Lee Hooker, una leggenda vivente del blues. Clapton aveva pescato il nome dalla sua agendina, come sostituto coinvolto all’ultimo minuto. Con John Lee Hooker, la serata acquisì un’ulteriore sacralità blues: ”Ho suonato ogni lick che conoscevo tre volte più veloce, ho dato il massimo... volevo lasciare il segno in quella jam. Buddy Guy, un'altra leggenda del blues presente quella sera, mi spronava urlando 'Dai, dai!', mentre facevo i miei assolo ed Eric Clapton rideva come un matto. Quella sera, con le nostre chitarre, abbiamo sollevato il tetto del locale."

Idoli che diventano amici

Ma il momento più emozionante per Richie Sambora avvenne nel backstage: "John Lee Hooker mi prese da parte e mi disse, 'Ehi ragazzo, eri tu a strapazzare quella chitarra lassù sul palco, poco fa? ... Continua a suonare. Sei bravo.' Mi inginocchiai e baciai la sua mano."

Da quella sera, per Richie Sambora gli idoli che ascoltava e ammirava nei dischi da ragazzo erano diventati colleghi e amici. "Ogni volta che B.B. King o Buddy Guy erano nei paraggi o io suonavo nei loro dintorni, ci chiamavamo a vicenda. Grazie a quella chiamata di Eric Clapton, fui accettato nella comunità del blues. Ma me lo sono meritato. Ho ascoltato, amato e suonato il blues con tutto il cuore. Ho suonato per anni nei piccoli club di blues e ho amato ogni secondo di quei momenti."