Randy Rhoads, il chitarrista di Ozzy, celebrato da giganti del rock

Randy Rhoads, genio della chitarra, rivive nelle parole di Ozzy Osbourne, Kirk Hammett, Tom Morello e altri giganti che ancora lo considerano un’icona.

Grazie alla sua chitarra e alla musica che ha scritto, Randy Rhoads ha cambiato rock e heavy metal. Nato nel 1956 a Santa Monica, California, ha iniziato a suonare giovanissimo, fondando i Quiet Riot prima di essere scelto da Ozzy Osbourne come chitarrista per la sua carriera solista. In soli due album, BLIZZARD OF OZZY (1980) e DIARY OF A MADMAN (1981) ha fatto evolvere tecnica, suono e stile del metal, introducendo elementi classici, fraseggi raffinati e quella velocità, pulizia sonora e aggressività trademark del rock di inizio anni ‘80. Celebriamo la grandezza di Randy Rhoads ricordando il suo stile, la sua dedizione assoluta alla musica e il ricordo di chi ancora oggi lo considera una leggenda.

Randy Rhoads, scompare in un incidente aereo il 19 marzo 1982. Per il mondo del rock, e in particolare per l’heavy metal, è una sciagura. Il venticinquenne è uno dei nomi più in vista della scena, il chitarrista e alter ego musicale di una celebrità come Ozzy Osbourne. È lui l’artefice del suono stupefacente con cui Ozzy sta brillando nella sua nuova carriera solista, portando il suo metal verso territori più moderni e tecnici rispetto a quelli dei Black Sabbath. Ma, soprattutto, il dolore per questa scomparsa è acuito dalla consapevolezza di aver perso un vero innovatore del rock, un artista che avrebbe potuto scrivere e comporre ancora grande musica, continuando a evolvere in modo straordinario sul suo strumento.

Randy Rhoads, il chitarrista di Ozzy, celebrato da giganti del rock
PHOTO CREDIT: Flickr/Doran

Il miglior chitarrista metal

Giovanissimo, Randy Rhoads si era già ritagliato un ruolo di spicco nel mondo del metal, portando dentro questo linguaggio qualità eccezionali: integrava nel suo suono e nel suo fraseggio elementi di ispirazione classica con una pulizia tecnica ed eleganza melodica incredibili, andando oltre quanto avevano anticipato Ritchie Blackmore (Deep Purple) o Uli Jon Roth (Scorpions). E tutto questo senza rinunciare alla solidità ritmica e melodica della migliore tradizione rock blues, che garantiva vivacità e passione al suo playing. Una miscela stilistica già elettrizzante, a cui Rhoads aggiungeva suono, aggressività e – soprattutto – la velocità tipica del metal di inizio anni ’80, in pieno fervore tecnico. Più di tutto, però, Randy Rhoads si distingueva per essere un "chitarrista da band”, un musicista che trovava la sua completezza nel mettersi al servizio di un organico più che nell’esibirsi come solista. E questa caratteristica la mostrava sin dagli inizi della sua carriera, quando giovanissimo fonda i Quiet Riot, band con cui inizia la sua ascesa alla notorietà e dove viene notato da Ozzy Osbourne. Addirittura, la leggenda vuole che, ricevuta l’offerta di entrare nella band di Ozzy, Rhoads fosse inizialmente riluttante a lasciare i Quiet Riot, a cui si sentiva profondamente legato e a cui riconosceva un sound più moderno e tecnicamente stimolante di quello dei Black Sabbath. Per questo, chiarito il suo ruolo di chitarrista che si esprime al meglio in un contesto di gruppo, va sottolineato ancora una volta che il suo stupefacente virtuosismo solista non era che la punta dell’iceberg di un musicista con una solida conoscenza ritmica e armonica. Un equilibrio di elementi che lo ha reso, ancora oggi, un’icona della chitarra rock, per molti il miglior chitarrista metal di sempre.

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