Paul Stanley ha parlato di come vede la musica di Kiss e di come la band newyorkese sia sempre stata più interessata a spingere sul lato emozionale che su altri aspetti.
Intervistato da Gulf News, il frontman dei Kiss ha voluto sottolineare che, pur essendo i loro show ricchi di effetti speciali, l'aspetto teatrale non è mai stato quello principale.
Nella loro performance i Kiss non hanno mai voluto esprimere qualcosa di concettuale ma solo trasmettere emozioni, le stesse che avevano da ragazzi quando cominciarono a suonare.
Oggi, 50 anni dopo, i Kiss sono impegnati nel loro ultimo tour che si concluderà a dicembre nella loro New York.
I Kiss e le emozioni della loro musica
Gli show dei Kiss sono esplosivi, nel vero senso della parola, teatrali, spaziali. Vedere dei settantenni con addosso delle armature piene di borchie e make up farsi strada tra piattaforme volanti e giochi pirotecnici è, senza ombra di dubbio, qualcosa di impressionante.
Nel corso di 50 anni di carriera, la band di New York ha saputo creare qualcosa che riesce ad andare oltre la musica, un brand che ha prodotto qualsiasi oggetto degno di essere messo in commercio, dando vita ad un'iconografia immortale.
Al di là di tutti gli effetti speciali, il frontman Paul Stanley ha voluto specificare in un'intervista a Gulf News che, sì la teatralità del progetto Kiss, ma al centro c'è sempre stata la musica.
"Dico sempre che una band schifosa che fa uno show grandioso resta una band schifosa. La nostra band non è nata con tutto quello che abbiamo intorno oggi ma come un gruppo di ragazzi che voleva fare la musica che amava ascoltare. Ho visto i Led Zeppelin, Hendrix due volte e tutti i più grandi e sono stati una fonte di ispirazione per me", ha spiegato Paul Stanley. "Tutto questo non ha mai riguardato il far parte di una band con il make up e i fuochi. La nostra musica non ha bisogno di essere intellettualizzata o concettualizzata.
Quanto raggiunto dai Kiss è qualcosa non da tutti e, pur essendoci artisti più giovani in grado di fare più spettatori, Stanley si dice certo di aver fatto qualcosa di non comune: "Sono consapevole del fatto che ci siano artisti in grado di fare più spettatori ma non sono sicuro saranno in grado di farlo ancora fra 50 anni. Noi ci siamo riusciti. I nostri fan sono come parte di una tribù e noi non facciamo arte intellettuale ma arte emozionante. E' per questo che la gente ancora ricorda il primo concerto dei Kiss che hanno visto, la prima canzone che hanno ascoltato, la prima volta che ci hanno sentiti alla radio. La nostra è una connessione potente".