In queste settimane le sale cinematografiche di tutto il mondo sono assediate da un binomio cromatico che ha alimentato la promo, già massiccia, di due film diametralmente opposti usciti nello stesso periodo.
Da una parte le tinte rosa di Barbie, il film diretto da Greta Gerwig con Margot Robbie nei panni dell'iconica bambola americana. Dall'altra i toni scuri di Oppenheimer ,film di Cristopher Nolan in cui Cillian Murphy interpreta lo scienziato padre della bomba atomica.
Proprio la realizzazione del film di Nolan deve molto a Sting, come dichiarato dal regista in una recente intervista.
Come Sting ha ispirato il regista di Oppenheimer
Tra i film più chiacchierati del momento, Oppenheimer di Cristopher Nolan tratta un personaggio storico e un argomento che, nel corso degli anni, hanno ispirato anche altri media.
La storia è quella dello scienziato J.Robert Oppenheimer, uno dei padri della bomba atomica, qui interpretato da Cillian Murphy. Il film racconta di come, durante la Seconda Guerra Mondiale, il team di scienziati in capo al governo degli Stati Uniti ha dato vita ad Progetto Manhattan destinato allo sviluppo della ricerca militare. A dirigere le operazioni c'era proprio Oppenheimer, con il contributo del quale gli Stati Uniti svilupparono la bomba atomica poi utilizzata ad Hiroshima e Nagasaki.
Ma cosa c'entra Sting con questa storia?
Stando a quanto rivelato dal regista Cristopher Nolan ad Entertainment Weekly, sarebbe stato proprio Russians, brano dell'ex Police, a fargli scoprire per la prima volta questa storia.
"Ho sentito parlare per la prima volta di Oppenheimer quando ero un ragazzino", ha detto Nolan. "In quella canzone si fa riferimento ai giocattoli mortali di Oppenheimer".
Ad accrescere la consapevolezza sulla questione, era l'ambito socio politico vissuto dal giovane Nolan in un periodo di forte corsa agli armamenti nucleari nel Regno Unito primi anni '80: "Stavo crescendo nel Regno Unito in un periodo in cui le persone erano molto preoccupate per gli armamenti nucleari. Quando avevo 12 o 13 anni, io e i miei amici eravamo assolutamente convinti che, ad un certo punto, avremmo vissuto una guerra nucleare. Quella paura con il tempo poi è scomparsa ma Oppenheimer è rimasto con me come figura e, nel corso degli anni, ho imparato più cose su di lui, inclusa l'informazione che lui, insieme agli altri scienziati chiave del progetto, non potevano eliminare completamente la possibilità di avviare una reazione a catena che avrebbe distrutto il mondo. Per me quello è stato il gancio".