Mike Shinoda: "Ecco perché i Linkin Park erano lontani dal nu-metal"

I Linkin Park prendono ancora una volta le distanze dal movimento nu-metal: "Noi volevamo mettere in musica le nostre emozioni, non fare canzoni maschiliste"

A pochi giorni dalla release dell'edizione per i 20 anni di "Meteora", secondo album dei Linkin Park pubblicato nel marzo del 2003, Mike Shinoda ha voluto ribadire il suo disappunto nei confronti dell'etichetta di band 'nu-metal'.

Intervistato da Vulture, l'MC dei Linkin Park ha preso le distanze dal movimento a cui sono sempre stati accostati i Linkin Park, principalmente per una questione di catalogazione sonora, diventando addirittura la band simbolo del nu-metal.

Shinoda ha spiegato i motivi per cui la cosa ha sempre infastidito i Linkin Park che non hanno mai avvertito alcuna connessione con un mondo che consideravano 'machista'.

Mike Shinoda e perché i Linkin Park erano lontante dal nu-metal

Quando si parla di nu-metal i Linkin Park vengono sempre tirati in ballo. Il mix di sonorità heavy a base di chitarra e barre hip-hop, con una spruzzata di elettronica, è sempre stato il marchio di fabbrica della band guidata da Chester Bennington e Mike Shinoda. Un pattern sonoro comune a molte altre band esplose negli Stati Uniti a cavallo tra la fine degli anni '90 e l'inizio del nuovo millennio che, proprio grazie Linkin Park, ha avuto la più significativa spinta verso il mainstream.

Un'etichetta, quella di nu-metal, che la band californiana non ha mai sentito sulla propria pelle.

Intervistato da Vulture, Mike Shinoda ha preso ancora una volta le distanze da quel fenomeno così dirompente e dalle altre band di quel periodo, dicendo di sentirsi ben lontano dal machismo imperante nel movimento.

"Noi eravamo più introspettivi. Non ci piaceva il fatto che nella scena ci fosse più uno spirito da rock di camerata. Era una questione di mascolinità tossica, anche se all'epoca non sapevamo nemmeno cosa significasse questo termine. Semplicemente, non ci piaceva come tutto girasse intorno a quelle stronzate da tipi duri. Era qualcosa in cui non ci identificavamo. Per questo motivo all'inizio nessuno voleva metterci sotto contratto, non riuscivano a vederci sul palco", ha detto.

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Una band in grado di mostrare le proprie mozioni

Il fatto di essere così diversi da altri artisti del periodo rappresentò per i Linkin Park un vero ostacolo, perché la parte più sensibile della band veniva vista come qualcosa di strano: "C'era gente che mi diceva che, se avessimo aperto i concerti di artisti come Kid Rock e Limp Bizkit, ci avrebbero picchiato. Era una battuta ma, allo stesso tempo, probabilmente vero. Almeno per me. Con me lo avrebbero fatto sicuramente, Chester no e avrebbe anche rovinato qualcuno probabilmente".

"Pur essendo cresciuto ascoltando dell'hip-hop molto maschilista, ero anche in una fase particolare della mia vita. Stavo finendo il college e provavo una gamma di emozioni molto più complesse di quelle che mi trasmetteva la musica che ascoltavo. Ho sempre voluto metterle nella mia musica, come facevano band tipo Depeche Mode e Nine Inch Nails. All'epoca ascoltavo tanto gli U2 e nessuno di questi artisti aveva canzoni in cui minacciava di prendere a calci qualcuno. Erano tutte più sullo stile di 'Oh, mi hanno preso a calci. Non è giusto, fa male, forse è colpa mia.'" ha aggiunto Shinoda.

Proprio questa era la principale differenza tra i Linkin Park e tutte le altre band in giro in quel periodo e forse fu proprio questa la chiave del successo:"E' sempre stato il punto della questione. Non sentivamo quelle emozioni nella musica che c'era in giro in quel periodo. Quando succedeva mi piaceva e penso che ci sia bisogno di dare grande merito per questo a band come Deftones e Korn. Loro facevano la stessa cosa che cercavamo di fare noi. Mi piaceva come Jonathan Davis sia sempre stato un libro aperto pronto a mettere in versi tutti i suoi problemi".

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