Metallica, la crisi e il controverso "St.Anger"

Il 5 giugno del 2003 i Metallica pubblicavano "St.Anger", uno degli album meno amati dai fan della band registrato durante un periodo di forte crisi

Il 5 giugno del 2003 i Metallica pubblicavano "St.Anger".

Uno degli album più discussi tra tutti quelli pubblicati dalla legendaria band heavy metal americana, "St.Anger" vide la luce in uno dei periodi più complicati per i Metallica.

Sull'orlo di una crisi di nervi, come ampiamente raccontato nel film documentario del 2004 "Metallica: Some Kind Of Monster", i Metallica si trovarono ad affrontare quella che - ancora oggi - è stato l'ultimo, grande cambiamento.

Orfani di Jason Newsted, che lasciò la band prima delle registrazioni, i Metallica lavorarono all'album per la prima volta come trio, con il basso affidato al produttore Bob Rock che - dopo più di 10 anni in cabina di regia - non collaborerà più sugli album successivi.

Il difficile periodo dei Metallica di St.Anger

Nel corso della loro carriera, i Metallica si sono trovati spesso e volentieri a dover affrontare momenti difficili, a volte drammatici come la tragica scomparsa di Cliff Burton.

Far parte di una delle band più famose del panorama rock e metal mondiale non è un lavoro facile. Quando poi la band in questione è una di quelle in grado di segnare un'epoca, di cambiare per sempre la percezione di un genere a livello globale, di diventare un punto di riferimento per intere generazioni, un brand, un'entità larger than life, le pressioni sono esponenziali.

In mezzo ci sono degli esseri umani che devono cercare di portare avanti la propria vita, personale e lavorativa, mantenendo relazioni a volte labili nel mare in tempesta, con i riflettori sempre puntati.

Nel 2001 i Metallica si trovavano nel bel mezzo di una di queste crisi, in grado di attraversare ogni singolo aspetto della band.

C'erano le beghe legali per la causa fatta nei confronti di Napster, il più celebre servizio di condivisione musicale, una opposizione che non fu accolta bene dai fan che vedevano la liberalizzazione della musica come una rivoluzione da cavalcare.

C'erano i problemi interni alla band e, nello specifico, l'addio di Jason Newsted che era arrivato ai ferri corti con James Hetfield dopo aver espresso l'intenzione di mettere il naso fuori con il suo side project Echobrain.

C'erano i problemi personali, nello specifico quelli di James Hetfield che si vide obbligato - come successo altre volte in carriera - a prendersi cura dei suoi demoni entrando in rehab.

Come documentato in "Some Kind Of Monsters", i Metallica decisero di affidarsi ad un terapista, Phil Towle, per cercare di tenere insieme i fili di una storia che sembrava sul punto di andare a rotoli.

Attraverso il confronto e il coraggio di mettersi in gioco, in qualche modo, la band riuscì a sopravvivere, non senza molte difficoltà.

Un disco crudo

Era in questa situazione che i Metallica iniziarono a lavorare all'ottavo album in studio, "St.Anger", un disco che anche dal punto di vista musicale cominciò non certo nel migliore dei modi.

Con il supporto di Bob Rock - collaboratore dei Metallica per tutti gli anni '90 e qui in studio per un'ultima volta, anche in veste di bassista - nell'estate del 2001 Lars Ulrich, Kirk Hammett e James Hetfield  cominciarono a scrivere il disco in una ex caserma nell'area settentrionale di San Francisco.

Dopo pochi mesi, il batterista e il chitarrista si trovarono a dover salutare Hetfield che interruppe le registrazioni per entrare in rehab.

James ritornerà solo a dicembre, per altro a mezzo servizio, e i lavori sul disco riprenderanno molto lentamente per tutto il 2002 e oltre.

Il mettersi a nudo, in qualche modo, finì per trasudare anche nella musica che la band e Bob Rock realizzarono mirando a qualcosa di crudo, di grezzo, in termini di acustica e di scrittura. Che poi è proprio il motivo per cui "St.Anger" è considerato uno degli album più discussi dai fan dei Metallica che, dopo aver atteso cinque anni dal già criticato "Reload", si trovarono tra le mani un disco completamente privo di assoli di chitarra, senza troppa produzione, dalla batteria quasi metallica e sofferente, in tutti i sensi.

Una scelta frutto in parte dalle difficoltà del caso, in parte da una vera e propria presa di posizione stilistica, in controtendenza rispetto a quanto fatto fino ad allora dai Metallica.

"Non abbiamo voluto rendere intonata la voce, non abbiamo prodotto molto. Anche perché non c'era il tempo necessario per tirare fuori da James delle performance fantastiche", dirà Bob Rock. "Per me è solo il suono di quattro tizi in un garage che si incontrano e fanno della musica rock".

Proprio questo motivo spingerà Kirk Hammett ad escludere gli assoli di chitarra: "Sembrava fosse qualcosa di troppo pensato, quando volevamo solo trasmettere l'energia grezza di una nostra jam".

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