Metallica a Radiofreccia: "Il tour non è finito. Torneremo presto in Italia"

Lars Ulrich e Robert Trujillo hanno parlato a Radiofreccia di "72 Seasons" e del tour, rassicurando i fan sul ritorno dal vivo della band in Italia

I Metallica hanno da pochi giorni pubblicato il nuovo album "72 Seasons", il disco rock più atteso dell'anno, quando Cecile B è atterrata ad Amsterdam per intervistare la leggendaria band americana.

Una scelta non casuale, quella della capitale dei Paesi Bassi, perché è proprio lì che il weekend del 27 aprile, i Metallica daranno il via alla leg europea del tour in supporto all'album. Nelle giornate di allestimento che precedono la partenza del tour, James Hetfield, Kirk Hammett, Lars Ulrich e Robert Trujillo, hanno incontrato la stampa internazionale per parlare dell'attesissimo ritorno con "72 Seasons".

Il nuovo album dei Metallica è un disco che sembra essere un ritorno alle origini nel sound ma con l'esperienza di oggi ed un disco dal concetto molto interessante, che indaga i primi 18 anni di vita di un individuo, quelli in cui si forma la personalità dell'adulto che sarà.

Questi sono solo alcuni degli argomenti affrontati da Cecile B nell'intervista a Lars Ulrich e Robert Trujillo che parlano anche di vinili, della loro adolescenza e del tour che, avvertono, arriverà in futuro anche in Italia.

Vai QUI per l'intervista integrale di Radiofreccia ai Metallica.

I Metallica e gli errori del passato

Il concept dietro "72 Seasons" riguarda le prime 72 stagioni della vita di una persona, i primi 18 anni in cui un individuo forma il proprio Io che determinerà la sua vita adulta. Un concetto che porta a chiedersi: con il senno di poi, Lars e Trujillo avrebbero qualche consiglio da dare ai loro stessi diciottenni?

La sezione ritmica dei Metallica sembra essere assolutamente a proprio agio con il passato, anche se il batterista non nasconde qualche logico timore nei confronti dei suoi figli, ora che è padre.

"Passo più tempo nel futuro e nel presente che nel passato, sono cose che affronto principalmente durante le interviste. In generale, sono abbastanza a mio agio con il passato, con gli alti e i bassi, accetto tutto. Per ogni disco posso guardare te o chiunque altro negli occhi e dire che abbiamo fatto del nostro meglio, abbiamo fatto ciò che ci sembrava giusto in quel momento. Ora, 20 anni dopo, penso che magari qualcosa sia invecchiato ma all'epoca mi sembrava la cosa giusta da fare, anche qualche look o taglio di capelli. Nel complesso mi va bene quasi tutto di questi 40 anni", ha detto Lars.

Trujillo, invece, è contento del suo passato ma non consiglierebbe ai suoi figli di ripetere alcuni suoi errori del passato: "So che non permetterei mai ai miei figli, ora che sono padre, di fare ciò che ho fatto io. Ho capito che è giusto imparare dagli insegnamenti dei nostri genitori. Mi rendo conto che noi avevamo un sacco di libertà . So che ci sono state alcune cose che ho fatto da adolescente che mi hanno fatto pensare 'Amico, non andrei mai a giocare sui binari della ferrovia, sul ponte sopra il fiume', non vorrei che i miei figli lo facessero. Quindi ci sono alcune cose che, guardando al passato, mi fa piacere evitare che ora accadano a loro. Figurarsi farle io stesso! Ma sono felice delle mie esperienze, belle o brutte, perché sono quelle che mi hanno reso la persona che sono oggi."

Scavando a fondo, però, Lars Ulrich riconosce una cosa che gli manca del passato rispetto ad oggi. Quell'impulsività che ha caratterizzato i primi dischi dei Metallica e che oggi è impossibile da replicare quando si lavora a nuova musica: "Penso che da giovani molte delle decisioni e delle scelte sono state fatte d'impulso, senza pensarci troppo. Però, per quanto apparentemente impulsive e avventate, direi che l'unica cosa che mi dico, ora che sono vecchio, è che oggi mi manca il poter prendere decisioni così velocemente. Quando lavoravamo ai primi album non ci siamo mai seduti a decidere se rendere un pezzo più veloce o lento, rumoroso, con una tonalità diversa, più lungo, più breve. Oggi per ogni canzone mi sembra di avere 500 opzioni tra cui scegliere mentre, se penso alla scrittura dei primi dischi, che si tratti di "Ride The Lightning", "Master Of Puppets" o "...And Justice For All", non avevamo opzioni. Li abbiamo fatti e basta, abbiamo solo scritto delle canzoni. A volte mi manca un po' di quell'impulsività, di quell'istinto che ci ha spinto ad agire in quel momento. Ma questo è anche ciò che ha portato ad alcune delle situazioni più avventate in cui ci siamo trovati, quindi accetto la mia età e la presunta saggezza e quel che comporta".

La vita parallela di Lars Ulrich e Robert Trujillo

Ma chi sarebbero oggi Lars Ulrich e Robert Trujillo se non fossero diventati dei musicisti, trovandosi dopo 40 anni ad essere ancora parte di una delle band più famose del pianeta?

Se il batterista è fedele al suo viversi il qui e ora, Trujillo rivela di pensare spesso ai suoi trascorsi da ragazzo della working class: "A volte me lo chiedo ma la realtà è che lo sono. Quindi si tratta di uno sguardo molto profondo e breve in me stesso, non passo molto tempo a pensare a queste cose", dice Lars Ulrich.

Diverso il punto di vista del bassista che, dopo una carriera in band come Sucidial Tendencies ed Ozzy Osbourne, ha compiuto a febbraio io sui primi 20 anni con i Metallica: "Penso a quello che facevo prima. Avrei potuto fare solo tour ed essere un musicista e invece facevo di tutto. Lavori di costruzione, cartongesso, pavimenti in legno. La gente ci dice che lavoriamo tanto, che il nostro è un lavoro complicato, sempre in tour e io rispondo che fare i pavimenti in legno è un duro lavoro. Dai quei tempi mi porto ancora dietro il mal di schiena e quindi sono grato di essere un musicista che può dedicarsi a qualcosa di creativo".

Metallica @ Radiofreccia

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