Mark Hoppus e il bacio mancato con Robert Smith
Nella sua nuova autobiografia Fahrehneit-182 Mark Hoppus parla di sofferenza e di episodi più leggeri, come il bacio mancato con il leader dei Cure
Pochi giorni fa Mark Hoppus dei Blink-182 ha pubblicato la tanto attesa autobiografia "Fahrenheit-182" e al suo interno sono presenti episodi che hanno subito attirato l'attenzione dei media.
Uno di questi riguarda Robert Smith, leggendario frontman dei Cure che, stando a quanto raccontato da Hoppus, una volta avrebbe cercato di baciarlo.
Parlando del libro su US Weekly, Hoppus ha raccontato della vicenda accaduta ormai più di 20 anni fa quando i due collaborarono su All Of This, brano contenuto nel quinto album "Blink-182" del 2003.
Scritto insieme a Dan Ozzi, autore già noto per il libro sulla scena punk rock "Sellout", "Frahrenheit-182" è nato anche come modo per fare il punto dopo che il bassista e cantante dei Blink ha sconfitto un cancro al quarto stadio che lo aveva tenuto a lungo lontano dal palco.
Robert Smith e il bacio a Mark Hoppus
Parlando con la testata US Weekly della sua autobiografia "Fahrenheit-182" uscita questa settimana, Mark Hoppus ha ricordato un bizzarro aneddoto avvenuto nel 2004 a Londra.
I Blink-182 si trovavano alla Wembley Arena dove vennero raggiunti anche da uno degli idoli del bassista, Robert Smith dei Cure, che aveva collaborato sul brano 'All Of This'.
Dopo il concerto, al quale anche Smith aveva partecipato, si è tenuto un party privato che sembra essere andato un attimo fuori dalle righe.
Rivelando ad US Weekly che non ha informato Smith che la vicenda sarebbe stata raccontata nel libro, Hoppus ha aggiunto che non ci sono stati strascichi dopo l'episodio.
"Cosa avrei dovuto fare? Chiamarlo e dirgli 'Ti ricordi quando hai cercato di pomiciare con me?' Perché non ne abbiamo mai parlato ma come si fa?", ha detto alla testata.
"Da allora l'ho visto diverse volte ed è stato tutto fantastico, nessuno ne ha mai parlato", ha detto degli anni successivi a quell'after party dove tutti si stavano divertendo. "Tutti bevevano, lui si stava divertendo, si sentiva malizioso. Io e mia moglie diciamo 'Ok, ce ne andiamo, ci vediamo'. E poi lui cerca di baciarmi ma nessuno ha visto, a parte qualche membro della nostra crew".
Proprio questa sembra la cosa che ha colpito maggiormente il bassista dei Blink: "Ero più sbalordito dal fatto che nessuno lo avesse visto, non sono deluso. Alla fine era il mio eroe e sono cresciuto ascoltando la sua musica che mi ha cambiato la sua vita per sempre. Poi cerca di baciarmi ad una festa e penso che forse avrei dovuto farlo, perché no? Sarebbe stata una storia molto più bella da raccontare quella in cui dire 'Sì ho baciato il mio eroe' invece di 'ha cercato di baciarmi ed è stato imbarazzante'".

La depressione per il primo scioglimento dei Blink
Ma il libro di Mark Hoppus non contiene solo storie di backstage e vita rock'n'roll. Sono anzi molti i momenti intensi, specialmente quelli relativi alla sua lotta contro il cancro e al primo scioglimento dei Blink-182 che, dice, lo hanno anche spinto a pensare al suicidio.
Nell'autobiografia si parla anche delle tensioni che, nel 2005, spinsero Tom De Longe ad allontanarsi per poi tornare solo quasi cinque anni dopo, andarsene successivamente e ritornare un'ultima volta nel 2022.
"Quando i Blink si sono sciolti ho perso tutto. Ho perso la mia direzione, la mia sicurezza, il mio senso di me. Non sapevo più cosa avrei dovuto fare o essere", si legge in un estratto pubblicato da People. "Appena sentivo una nostra canzone in sottofondo mentre ero in un negozio dovevo uscire immediatamente".
Una sofferenza tale da gettare Hoppus in una profonda depressione: "Sono caduto sempre più a picco. Direi di aver raggiunto il fondo nel momento in cui cominciai a trovare conforto nell'idee suicide. Mi dicevo che, alla fine, se continuava ad andare male potevo anche ammazzarmi. Sono andato in terapia, ho preso dei farmaci che mi hanno aiutato molto e mi hanno fatto respirare di nuovo. Sono riuscito a trovare lo spazio per dirmi che dovevo piantarla e che ero un cretino".