12 febbraio 2025, ore 07:30, agg. alle 09:43
Nel 1967, l’irruzione della polizia a casa di Keith Richards trasformò una perquisizione in leggenda: arresti, scandali e una Marianne Faithfull indimenticabile
Il 12 febbraio 1967, l’irruzione della polizia a Redlands, la residenza di Keith Richards, non fu una semplice perquisizione: divenne subito un mito del rock, tra arresti, titoli scandalistici e la figura di Marianne Faithfull, sorpresa avvolta in una coperta di pelliccia in circostanze che la stampa si affrettò a trasformare in leggenda. Era solo uno dei tanti scandali che segnavano quel periodo in cui il rock non si limitava a intrattenere, ma sfidava apertamente l’ordine sociale e culturale.
Tra libertà sessuale, droghe e vite fuori dagli schemi, ogni eccesso finiva amplificato, trasformando gli artisti in simboli della controcultura. E, ironia della sorte, anni dopo, Richards si ritrovò di nuovo nei guai per colpa di due “poliziotti” molto particolari: Sting e Stewart Copeland, ovvero The Police, protagonisti di uno degli aneddoti più divertenti della sua carriera.
Scandali, ribellione e nuove libertà
La fine degli anni ’60 è uno dei periodi più mitizzati della storia del rock. In quegli anni, la musica diventa il megafono di valori, costumi e istanze in netta rottura rispetto alla società borghese di allora. Una società in pieno boom economico, sempre più industrializzata e incasellata in una serrata efficienza burocratica e amministrativa. Se da una parte questo sistema garantiva produttività, dall’altra sembrava sacrificare l’arte, la creatività e la libertà espressiva del singolo in nome della logica del profitto. Il rock, quindi, si impone come voce di chi chiedeva nuovi spazi e libertà espressive. Giovani studenti, intellettuali e artisti trovavano nel movimento rock, ispirato dal pensiero hippie, l’alternativa allo stile di vita borghese del “casa, lavoro, profitto, famiglia”. Di conseguenza, ogni esternazione di questa nuova scena musicale — dai Beatles a Janis Joplin, dai Rolling Stones a Jimi Hendrix — già di per sé fantasiosa e trasgressiva, veniva amplificata e criminalizzata dai media e dalle autorità, spaventate dal potenziale sovversivo di questi artisti. D’altro canto, lo stesso sistema musicale, dall’industria agli artisti, colse subito l’opportunità promozionale offerta dagli scandali. Questi episodi non solo alimentavano la fascinazione e l’immaginario giovanile, ma contribuivano a costruire veri e propri miti. Droghe, emancipazione sessuale e stili di vita alternativi non erano semplicemente atti di gratuita trasgressione, ma manifestazioni di una volontà di ricerca oltre i confini del pensiero borghese. Era “l’abbattere i muri” di cui parlavano i Doors, ispirati dalle letture di Aldous Huxley ("Le porte della percezione", pubblicato nel 1954). Si trattava di un cocktail esplosivo che generava scandali e leggende in un circolo vizioso e virtuoso. Ogni provocazione degli artisti veniva amplificata, contribuendo a creare la mitologia stessa del rock. Basti pensare all’incidente di Miami di Jim Morrison (1969), quando fu arrestato per presunta oscenità durante un concerto, o alle preoccupazioni del manager di Jimi Hendrix, che rassicurava gli organizzatori della Royal Albert Hall, spaventati dall’idea che il chitarrista potesse invitare il pubblico a spogliarsi, trasformando il concerto in un rituale dionisiaco.
