Josh Klinghoffer:"Suonare con i Red Hot era soffocante"
L'ex chitarrista dei Red Hot Chili Peppers parla delle difficoltà creative affrontate lavorando con la band
Dieci anni al servizio dei Red Hot Chili Peppers per Josh Klinghoffer sono stati una grande esperienza. Per quanto tutti continuino a considerare l'unico, vero chitarrista dei Red Hot John Frusciante, Klinghoffer è stato un ottimo professionista che si è sempre messo al servizio della band in maniera precisa e silenziosa.
Non per questo, però, il chitarrista è da considerarsi un personaggio priva di velleità artistiche che, racconta, ha dovuto imparare a mettere da parte per il bene della band.
Un atteggiamento dovuto che in qualche modo ha reso i dieci anni di convivenza opprimenti, come spiega in una nuova intervista con Guitar World.
Ci sono band che, per quanto continuino a cambiare formazione per una serie di motivi, saranno riconosciute in modo legittimo solo con alcuni, determinati membri. Stando alla stretta attualità, un esempio viene dai blink-182 che hanno dato il benservito a Matt Skiba non appena si è presentata l'occasione del clamoroso ritorno di Tom DeLonge per dar vita al trio storico con Hoppus e Baker.
Un esempio ancora più lampante viene dai Red Hot Chili Peppers che, nel corso della loro carriera, hanno visto avvicendarsi alla chitarra svariati musicisti, incluso nomi importanti della scena come Dave Navarro, ma con la costante ombra di John Frusciante sulla testa.
I limiti creativi dei Red Hot Chili Peppers
Nel 2019 anche Klinghoffer è stato salutato dalla band dopo dieci anni di onorato servizio, anni in cui il suo ex amico Frusciante si è concentrato su se stesso, prima di tornare all'amore di una vita e rientrare nel gruppo.
Klinghoffer ora collabora con Eddie Vedder, porta avanti il suo progetto Pluralone e fa il turnista di lusso con i Pearl Jam e, pur ringraziando per sempre per l'opportunità con i Red Hot, ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
Intervistato da Guitar World, l'ex chitarrista dei RHCP ha parlato di quanto potesse essere opprimente lavorare con Kiedis, Flea e Smith, rivelando che essere tra le fila di una band del genere gli ha dato soddisfazioni ma anche difficoltà.
"Ovviamente è triste quando qualcosa di viene tolto", ha detto alla testata Klinghoffer."Con loro ho trascorso 10 anni perfetti ma, per quanto voglia bene a quei ragazzi e amassi suonare con loro, allo stesso tempo è stata un'esperienza soffocante dal punto di vista creativo. Sono una band consolidata, con un sound consolidato. Con il tempo ho imparato quanto fosse quasi impossibile deviare da quello stile".
Cercare di andare in altre direzioni, per quanto un tentativo fatto più volte dal chitarrista, sembrava essere sempre qualcosa di molto difficile da metabolizzare per gli altri Red Hot: "Quando sono entrato nel gruppo cercavo di usare accordi e suoni che fossero diversi da quelli di John o cercavo intenzionalmente di allontanarmi dalle scelte dell'album precedente. Pensavo di star facendo un buon lavoro di scrittura ma non è finito col diventare parte della mia storia con loro, se non in una piccola parte. Per quanto pensassi che fossero persone pronte a sperimentare, di solito restavano sulla loro strada", ha dichiarato.
Il difficile rapporto tra Klinghoffer e Frusciante
Di sicuro il ritorno di Frusciante è stato produttivo in termini discografici per i Red Hot Chili Peppers che nel 2022 sono tornati con ben due dischi: "Unlimited Love", uscito la scorsa primavera, e "Return Of The Dream Canteen" che sarà disponibile da questo fine settimana .
Il matrimonio artistico tra Frusciante e i Red Hot è qualcosa di evidentemente indissolubile e, tutto sommato, per quanto il contributo di Klinghoffer sia stato importante, anche gli altri membri della band considerano l'incostante Frusciante il loro unico spirito guida.
Parlando del cambio di chitarrista per il nuovo album, Flea aveva detto al NME: "Per noi è stato un grande cambiamento separarci da Josh. Per noi è stato un grande musicista, una persona premurosa che sapeva lavorare per la squadra, un individuo intelligente che sapeva far gruppo. Ma dal punto di vista artistico è sempre stato più facile lavorare con John. Con lui parliamo la stessa lingua e tornare in studio con lui è stato davvero eccitante".
Paradossalmente, quello con cui Klinghoffer ha avuto il rapporto peggiore tra i membri dei Red Hot è stato proprio Frusciante, con cui era amico già prima di quell'esperienza cominciata nel 2009.
Parlando la scorsa estate in un podcast, Klinghoffer ha raccontato di come quella che era la sua amicizia con Frusciante si fosse trasformata in qualcosa di inesistente durante i 10 anni di militanza nei Red Hot.
"Da giovani siamo stati molto amici. E' un artista molto dedicato alla sua musica e abbiamo passato un sacco di tempo insieme, abbiamo registrato insieme", ha spiegato l'ex chitarrista dei Red Hot che ha aggiunto come Frusciante non riusciva ad accettare che la band potesse andare avanti senza di lui:" Prima che entrassi nei Red Hot si era parlato della cosa. Me ne aveva parlato Flea e ci sono state molte discussioni sulla questione nell'estate del 2009 ma, visto che erano tutti in vacanza, non ci siamo visti per suonare insieme prima di ottobre. John stava male solo al pensiero che gli altri potessero pensare di andare avanti senza di lui.