James Iha e il suono multiforme degli Smashing Pumpkins

James Iha e il sound stratificato degli Smashing Pumpkins: un viaggio tra distorsioni, melodie e sperimentazione nella band più multiforme dell’alternative rock

Schivo, elegante, sempre un passo indietro rispetto alle luci della ribalta, James Iha è stato per anni il chitarrista silenzioso degli Smashing Pumpkins. Ma dietro quel profilo defilato si nasconde uno dei musicisti più influenti e stilisticamente raffinati della scena alternative. Oltre agli Smashing Pumpkins infatti,  Iha ha suonato nei A Perfect Circle, co-fondato i Tinted Windows con Taylor Hanson e Adam Schlesinger, prodotto colonne sonore, remix e dischi da solista, confermando un'identità artistica eclettica, capace di spaziare tra indie pop, rock sperimentale e collaborazioni trasversali

Nato il 26 marzo 1968, James Iha è il co-fondatore della band con Billy Corgan e ha contribuito in modo determinante al sound visionario del gruppo, portando in dote un gusto melodico fuori dagli schemi, un approccio chitarristico stratificato e una sensibilità pop che ha spesso alleggerito la furia sonora di Corgan.

James Iha e il suono multiforme degli Smashing Pumpkins
PHOTO CREDIT: Tiffany Bauer/Wikimedia Commons

Il sound degli Smashing Pumpkins

Nel mare in tempesta dell’alternative nato dal rock degli anni ’90, gli Smashing Pumpkins restano l’isola più variegata su cui attraccare: una band capace di spaziare dalle distorsioni magmatiche del grunge alle cesellature più high tech del metal, passando per incursioni nel pop, nell’industrial, fino ad aperture elettroniche e orchestrali. In questo universo in continua espansione, James Iha è stato il custode della coerenza emotiva, quello che riusciva a infilare un arpeggio acustico tra due muri di fuzz (distorsione per chitarra e basso sporca e caotica) senza che l’incantesimo si spezzasse. Il suo stile, fatto di layering, effetti dosati con cura e soluzioni armoniche insolite, è diventato uno dei pilastri di album epocali come SIAMESE DREAM (1993) e MELLON COLLIE AND THE INFINITE SADNESS(1995). E ancora oggi, nel continuo trasformarsi della band, James Iha resta la pennellata discreta ma fondamentale su una tela sonora in cui ogni dettaglio ha un peso. Il sound della band è fatto di strati, sovrapposizioni e dinamiche che cambiano di colpo. Non è raro trovare brani con decine e decine di tracce di chitarra, ognuna con un proprio ruolo armonico, timbrico o semplicemente atmosferico. È un muro di suono che però non opprime, ma avvolge, cambia forma, respira. La gestione del tono è centrale: distorsioni di ogni sorta e intensità, modulazioni (chorus, flanger e phaser) dosate al millimetro per aggiungere spazialità ed eleganza o spremute con il gusto della sperimentazione psichedelica, delay che diventano parte integrante del groove e pitch-shifter (effetto che altera l’altezza del suono) utilizzato come strumento creativo, non solo come effetto di contorno. Anche la scelta delle chitarre e delle accordature contribuisce a rendere il suono degli Smashing una vera e propria tavolozza cromatica. Humbucker e single coil convivono su palette sonore che spaziano dalla morbidezza sognante di "1979" alla furia esplosiva di "Jellybelly", passando per i paesaggi malinconici di "Today" e i riff spezzati e obliqui di "Beguiled". La gestione delle dinamiche è chirurgica: si passa in un attimo da un sussurro ambient a un’esplosione furibonda di fuzz e crash (il piatto della batteria più chiassoso).

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