Jack White e "Seven Nation Army": un riff diventato Leggenda
Ecco la storia del riff leggendario di “Seven Nation Army" dei White Stripes e di come quel genio di Jack White ha creato un suono così unico e pazzesco
Il riff di chitarra di "Seven Nation Army" dei White Stripes è diventato uno dei più celebri, suonati e persino ricercati online dai chitarristi che vogliono impararlo. Ecco la storia di un riff leggendario, nato quasi per caso, che ha portato Jack White nell'Olimpo dei Guitar Hero, consacrandolo come rappresentante di un'intera generazione di chitarristi rock. Un titolo che nel documentario "It Might Get Loud" (2008), Jack White condivide con Jimmy Page dei Led Zeppelin e The Edge degli U2.
La prova più evidente del valore di un riff di chitarra va oltre la maestria con cui è stato composto o la padronanza tecnica necessaria per suonarlo: il successo di un riff risiede soprattutto nella sua capacità di diventare contagioso, in quella magia che lo rende il pezzo che ogni chitarrista desidera imparare. Talvolta, un grande riff è proprio quel grappolo di note che ti fa venir voglia di imbracciare una chitarra per la prima volta. Questo è il pregio del riff di "Seven Nation Army". Non a caso, secondo uno studio recente, Google ci rivela che si tratta del riff più ricercato al mondo, dai chitarristi che sul web cerco indicazioni per imparare a suonarlo.

James Bond e Mondiali di Calcio del 2006
"Seven Nation Army", primo singolo e brano dell'album ELEPHANT del 2003 dei White Stripes, trasformò il duo di Detroit da culto indie a rockstar. Il pezzo portò Jack White sotto i riflettori come uno dei musicisti più innovativi dell'epoca, radicandosi nell’immaginario collettivo e divenendo uno degli inni più riconoscibili della musica contemporanea. La sua seconda giovinezza - e forse l'apice della sua notorietà - arrivarono quando il riff di "Seven Nation Army"diventò il coro trainante dei tifosi italiani durante i Mondiali vinti proprio dall'Italia nel 2006, consacrandolo come fenomeno globale. Il riff di "Seven Nation Army" nacque in modo del tutto spontaneo. In un'intervista del 2010, Jack White raccontò: "Stavo facendo il soundcheck al Corner Hotel in Australia quando il riff è venuto fuori. Pensai che potesse essere una possibile colonna sonora per James Bond!". Ironia della sorte, solo cinque anni dopo, White avrebbe scritto "Another Way to Die", la canzone principale per il film di James Bond Quantum of Solace. Lavorare alla musica di James Bond non fu un compito facile per White. Il film, diretto da Marc Forster e con Daniel Craig nei panni di 007, mise il chitarrista in una situazione controversa, in cui gli furono d'aiuto la stima e l'amicizia di Prince.
Un'intuizione geniale
Noto sperimentatore con effetti e strumentazione, per registrare "Seven Nation Army”, Jack White ebbe l’intuizione di creare un suono unico, stupefacente, combinando tra loro due effetti per chitarra, entrambi icone sonore: il Big Muff e il Whammy Pedal. Il Big Muff, il fuzz per eccellenza, è stato la distorsione magmatica e più maleducata dell'alternative rock, usata da band come Smashing Pumpkins, Dinosaur Jr. o Sonic Youth. Il Whammy Pedal, invece, è uno dei pedali più innovativi emersi nel crossover e nel metal, amato da artisti come Pantera, Rage Against the Machine, Steve Vai e Muse. Ispirato all'uso del Whammy proprio da parte di Tom Morello dei Rage Against the Machine, White sperimentò l’utilizzo di questo effetto utile già prima dei White Stripes, perfezionando il suo utilizzo insieme al Big Muff. In un’imtervista White ha raccontato: "In realtà ho iniziato a usare il Whammy perché era un ottimo modo per farsi notare quando suonavo in band garage-rock a Detroit: i fonici non sapevano mai quando alzare il volume e quindi i miei assolo di chitarra erano sempre troppo bassi di volume. Così ho pensato che se avessi sparato il mio suono di chitarra più in alto di un'ottava con il pedale whammy, non avrebbero più potuto ignorarmi! (Risate)"