Garbage, nuovo album e singolo con There's no Future In Optimism
There's no Future In Optimism è il nuovo singolo dei Garbage che anticipa l'uscita dell'album "Let All That We Imagine Be The Light"
I Garbage hanno annunciato l'uscita di un nuovo album intitolato "Let All That We Imagine Be The Light".
Ad anticiparlo il nuovo singolo There's No Future In Optimism.
Il disco è l'ottavo album in studio per la band di Shirley Manson e sarà pubblicato il prossimo 30 maggio.
Registrato tra Red Razor Sounds a Los Angeles, lo studio di Butch Vig Grunge Is Dead e la camera da letto di Shirley Manson, l’album è stato prodotto dalla band insieme al loro storico ingegnere del suono Billy Bush.
Let All That We Imagine Be The Light segue il fortunato No Gods No Masters del 2021, acclamato dalla critica e arrivato al quinto posto nella classifica degli album nel Regno Unito, raccogliendo alcune delle recensioni migliori dell’intera carriera della band.

There's No Future In Optimism, il nuovo singolo dei Garbage
Il brano d’apertura dell’album, There’s No Future In Optimism, è una dichiarazione d’intenti.
“Volevo assolutamente che fosse la prima traccia”, dice Shirley. “Inizia con un’energia da inno, un richiamo forte e chiaro. È un invito a tutte le persone affini: se vuoi affrontare il mondo con amore, se sei disposto a investire nella tenerezza e non nell’odio, allora siamo dalla stessa parte. Vieni con noi. Credo ancora che la musica e l’arte possano influenzare la cultura. Lo fanno ancora con me – quel potere misterioso che nessun governo può comprare o controllare. La grande musica esiste in un microcosmo tutto suo, senza contaminazioni o corruzione. È proprio questo che la rende così pura e preziosa. Anche se tutto sembra dire il contrario, sento che la musica ha ancora il potere di spostare atomi, idee e prospettive.”
Let All That We Imagine Be The Light è l’ottavo album in studio della band e, secondo Shirley Manson, è nato dall’esigenza di trovare un filo conduttore positivo nel mezzo del caos e degli sconvolgimenti straordinari che attraversano il mondo.
“Il mondo è violento e mutevole – farà di te ciò che vuole. L’unica cosa che può salvarci è l’amore – l’amore per gli altri e quello che riversiamo nell’arte che sentiamo il bisogno di condividere: essere genitori, essere scrittori, essere pittori, essere amici. Viviamo in un edificio che brucia in continuazione, e ciò che dobbiamo salvare da quell’incendio, sempre, è l’amore.”– Tennessee Williams
Il ritorno dei Garbage
Parlando del nuovo progetto, Shirley Manson afferma:
“Quando ho iniziato a lavorare su questo disco, volevo assolutamente immergermi in un mondo più positivo, più speranzoso. Il titolo, Let All That We Imagine Be The Light, descrive perfettamente il disco nel suo insieme. Quando tutto sembra buio, è essenziale cercare le forze luminose, positive e belle nel mondo. È quasi una questione di vita o di morte. Una strategia di sopravvivenza.”
L’album suona inconfondibilmente Garbage: chitarre taglienti, beat potenti e paesaggi sonori cinematografici, il tutto sotto la voce inimitabile di Shirley Manson, i cui testi vibrano di attitudine e intensità. È il suono di una band al culmine delle proprie capacità creative, capace come sempre di alternare luci e ombre in modo sorprendente.
“Il nostro ultimo album era estremamente diretto. Nato dalla frustrazione e dalla rabbia – aveva un’energia furiosa, quasi da ‘terra bruciata’. Ma per questo nuovo disco ho sentito il bisogno di attingere a un’energia diversa. Più costruttiva. Avevo questa visione di noi che risalivamo dall’underground con dei fari, muovendoci verso il futuro. In cerca di vita, in cerca d’amore, in cerca di tutte le cose belle del mondo che oggi sembrano così rare. Questa è stata la spinta principale durante la creazione del disco – quando tutto sembra buio, è meglio cercare ciò che è luce, ciò che è amorevole e positivo. Da giovane tendevo alla distruzione. Ora che sono più grande, credo sia fondamentale costruire e creare. Coltivo ancora ideali romantici, forse ingenui, su comunità, società e mondo. Non voglio attraversare la vita lasciando dietro di me caos e distruzione. Voglio fare del bene. Voglio non nuocere.”– Shirley Manson
Butch Vig aggiunge:
“Abbiamo usato molti synth analogici e sound design, che si adattavano perfettamente all’atmosfera distopica che stavamo vivendo. Abbiamo iniziato con una tela bianca, ma vista la situazione negli Stati Uniti e nel mondo, è inevitabile che la follia si infiltri nei brani. Però volevamo che il disco trasmettesse speranza, luce, la sensazione che le persone abbiano ancora il potere”.
Parlando del brano finale, The Day That I Met God, Shirley racconta:
“È l’opera più grande del disco e affronta il tema dell’amore assoluto, qualcosa di cui ho scritto molto poco finora. L’idea mi è venuta durante la convalescenza da un’operazione importante, in un momento in cui mi sentivo estremamente vulnerabile e spaventata. Stavo facendo tapis roulant per la prima volta dopo l’intervento, e all’improvviso ho percepito un amore curativo potentissimo intorno a me – è stato un momento che mi ha risollevato. La voce che si sente è quella della demo originale, la prima registrazione: io seduta sul bordo del letto, in fase di recupero, che canto in un microfono portatile. La vulnerabilità che provavo si sente tutta, ed è ciò che dà al brano la sua forza emotiva. È una canzone sulla mortalità, ma anche un’espressione di gratitudine: per l’età che avanza, per la longevità della band, per la salute, per il mistero della vita e per l’avventura creativa che continua.”