Il bassista dei Guns N'Roses racconta come la sua formazione sul basso elettrico sia stata condizionata da due certezze: essere un autentico punk e, al contempo, un musicista unico e personale. Per questo, nella lista dei musicisti che l'hanno maggiormente influenzato, troviamo la presenza stupefacente di due chitarristi Steve Jones dei Sex Pistols e Prince, artista che ha ispirato la sua ricerca del suono di basso su APPETITE FOR DESTRUCTION (1987)
Duff McKagan è un’autentica leggenda vivente del rock; quello più cattivo, che arriva della strada e affonda radici solidissime nel punk. Espressione musicale che, per il bassista dei Guns N’ Roses, ha trovato il suo apogeo in APPETITE FOR DESTRUCTION (1987) capolavoro della band che ha liberato il rock dall’offuscamento patinato e tecnologico in cui stava soffocando negli anni ’80. Perché il punk, per Duff McKagan, è sempre stato molto di più che l’adesione stilistica a un canone musicale.
“Il punk, i Clash e il loro bassista Paul Simonon hanno caratterizzato la mia vita. Punk per me non è solo un genere musicale: è credere in me stesso, fare la mia musica, suonare solo quello che amo. E più importante ancora - lo diceva sempre Joe Strummer dei Clash - è sapere che non c’è differenza tra me che suono sul palco e il ragazzo del pubblico che mi ascolta. Siamo una cosa sola.”
Il celeberrimo basso fracassato da Paul Simonon durante un live, che compare sulla copertina di LONDON CALLING dei Clash
Questo infatti, è quanto professava McKagan nel 2019 presentando il basso a suo nome prodotto da Fender, un modello Jazz Bass Deluxe con - dettaglio estetico da lui voluto - un appariscente numero 12 intarsiato al dodicesimo tasto. “Se pensi ad una squadra di calcio, ti verrebbe da dire che i giocatori sono undici. Ma è sbagliato, sono 12. Il dodicesimo è il loro pubblico, i loro supporter. E la stessa importanza il pubblico, i fan lo hanno per me nella musica. Sono una parte della band. Per questo mi sono inciso questo numero sul basso”.