David Gilmour: "Avremmo dovuto essere più chiari su The Endless River"
Il chitarrista parla dell'ultimo disco dei Pink Floyd e di come sia stato obbligato dall'etichetta a pubblicarlo pur non considerandolo un vero album
David Gilmour ha espresso i suoi rimpianti a proposito di The Endless River, album del 2014 pubblicato come Pink Floyd ma che, dice, venne realizzato 'forzosamente' solo per accontentare l'etichetta discografica.
Intervistato dal Los Angeles Times il chitarrista dei Pink Floyd, tornato recentemente con l'album solista "Luck And Strange", ha voluto riflettere su un disco che non ha saputo soddisfare le aspettative.
Il motivo, spiega, è che si tratta di un album che, forse, avrebbe fatto meglio a non fare uscire come release ufficiale della band, visto le modalità con cui è stato realizzato.
Cosa pensa David Gilmour di The Endless River?
Il leggendario chitarrista dei Pink Floyd è stato intervistato dal Los Angeles Times e ha parlato di tutte le sue perplessità legate al quindicesimo album in studio della band inglese e di come è arrivato sugli scaffali di tutto il mondo.
Pubblicato nel 2014, "The Endless River" è l'ultimo album in studio dei Pink Floyd e raccoglie solo tracce strumentali, ad eccezione del brano "Louder Than Words".
Le canzoni sono però nate non in maniera uniforme ma mettendo insieme vecchie registrazioni rielaborate da Gilmour.
"Quando abbiamo fatto quel disco, c'era questa cosa che il nostro ingegnere, Andy Jackson, aveva messo insieme. Lo chiamavamo The Big Spliff ed è una collezione di estratti e pezzi di jam session (da The Division Bell) che era possibile anche trovare sui bootleg. Tanti fan volevano che ci lavorassimo su e quindi abbiamo pensato di dargli questo materiale", ha detto.
La verità, spiega Gilmour è che la band fu quasi 'bullizzata' dall'etichetta discografica per fare uscire quelle registrazioni come Pink Floyd: "Il mio errore fu, immagino, fu accettare il fatto che ci spingessero a farlo uscire come un vero disco dei Pink Floyd a pagamento. Avremmo dovuto essere più chiari su ciò che conteneva davvero perché, per me, non è mai davvero stato un seguito di The Division Bell. Ma, sapete, non è mai troppo tardi per cadere in una dei queste trappole".
Il viaggio di The Endless River
Pubblicato il 7 novembre 2014, The Endless River è il quindicesimo e ultimo album in studio dei Pink Floyd, un'opera che chiude la straordinaria carriera della band inglese. Concepito come un tributo al tastierista Richard Wright, scomparso nel 2008, l’album è nato da sessioni registrate negli anni '90, durante la lavorazione del precedente The Division Bell.
Prodotto da David Gilmour, Nick Mason e Phil Manzanera, The Endless River è stato un progetto tanto atteso dai fan e allo stesso tempo inaspettato. L’album rappresenta un ritorno alle radici sperimentali del gruppo, celebrando il sound atmosferico e l’approccio minimalista che ha reso iconico il rock progressivo dei Pink Floyd.
A differenza di molti album dei Pink Floyd, The Endless River è prevalentemente strumentale, strutturato come un flusso continuo di musica suddiviso in quattro parti. Questa scelta non è casuale: l'album si pone come un viaggio sonoro che evoca l’esperienza psichedelica e meditativa delle prime opere della band.
L’album è dedicato alla memoria di Richard Wright, il cui contributo alle tastiere è sempre stato cruciale per il suono dei Pink Floyd. In questo contesto, The Endless River assume i tratti di un omaggio: ascoltandolo, ci si sente immersi nella musica, come se fosse un fiume che scorre senza fine, in un tributo alla capacità di Wright di creare atmosfere oniriche e coinvolgenti.
L’album riprende le registrazioni originali delle tastiere di Wright, con nuove aggiunte di Gilmour alla chitarra e Mason alla batteria. La produzione atmosferica e il suono etereo dell’album richiamano lavori iconici come Wish You Were Here e The Dark Side of the Moon, puntando su armonie lente e avvolgenti che offrono un'esperienza musicale intima e riflessiva.