09 luglio 2024

Dal trapano al vibratore: modi matti per suonare

Pannolini, trapani, pistole giocattolo e un vibratore. I dischi di Peter Gabriel, Billy Idol, Van Halen, Jane’s Addiction suonati con questi oggetti folli

RITUAL DE LO ABITUAL dei Jane’s Addiction, REBEL YELL di Billy Idol o, addirittura, SO di Peter Gabriel. Album epocali del rock, nelle cui registrazioni sono stati utilizzati oggetti improbabili come pannolini, trapani e vibratori. Merito della geniale - e folle - creatività di musicisti come Steve Stevens, Dave Navarro, Eddie Van Halen, Paul Gilbert e Tony Levin. Ecco la storia.

Lo sappiamo, il rock è anche sinonimo di trasgressione. Ma trasgredire le regole non interessa solo quell’immaginario vastissimo che vede rockstar protagoniste di provocazioni e marachelle (più o meno gravi) tra tournée, concerti, backstage, interviste e camere d’hotel.

Forse, le trasgressioni più eccitanti nella musica rock, avvengono quando musicisti ispirati - in bilico tra follia e guizzi geniali - frantumano le regole del pentagramma, della pronuncia musicale ortodossa, della corretta creazione ed emissione del suono…quando osano, giocano, pasticciano, azzardano con la loro voce o i loro strumenti musicali. Alcune delle cose più sensazionali scritte, suonate e mixate nei dischi di Beatles, Jimi Hendrix, Sex Pistols, Nirvana, Frank Zappa, Red Hot Chili Peppers…erano esperimenti sonori da scienziato pazzo, obbrobri rispetto a quanto magari suggerito dal manuale del “musicista o fonico perfetto"…quelle trasgressioni, invece, hanno svelato nuove eccitanti possibilità sonore che hanno reso non solo memorabile il suono di quei dischi ma lo hanno anche fatto diventare uno standard di come deve suonare il rock.

Dal trapano al vibratore: modi matti per suonare

Ci siamo divertiti a selezionare cinque musicisti estremamente popolari che, in barba alle regole, hanno suonato i loro strumenti con oggetti totalmente folli, in nome di creatività e sperimentazione sonora. Perché dal pannolino, al trapano, dalle pistole giocattolo al vibratore è un attimo...

Dichiarazione d'intenti con trapano

F.U.C.K (1991) dei Van Halen è uno tra i migliori album che la band realizza assieme al cantante Sammy Hagar. Dopo aver speso tutta la seconda metà degli anni ’80 sedotto dall’utilizzo dei synth, Eddie Van Halen torna alla pronuncia più hard rock degli esordi. E allora, quale migliore dichiarazione d’intenti che azionare un trapano elettrico nel riff di apertura del disco? Sembra il modo perfetto per proclamare il ritorno a sonorità rock più cazzute. Eddie fa proprio così: l’apertura di “Poundcake” è affidata ad un trapano elettrico sparato non sulle corde ma in prossimità degli humbucker (i microfoni della chitarra) che ne amplificano il suono e lo colorano con la distorsione vulcanica che ha reso mitologico il suono di Eddie. L’idea, pare essere venuta al chitarrista osservando un tecnico delle sue chitarre che le stava sistemando servendosi, appunto, di un trapano.


Mandolinista scappato dall'inferno

Negli anni ’80, Paul Gilbert è stato un virtuoso del metal neoclassico con i Racer X; poi, negli anni ’90 è diventato una rockstar con i Mr. Big. Paul, si è sempre professato un discepolo devoto di Eddie Van Halen. Tanto da lasciarsi ispirare non solo dai suoi fraseggi, suoni e riff ma da copiarne persino l’idea di utilizzare un trapano. Gilbert però, si spinge oltre. Nello stesso anno in Eddie Van Halen pubblica F.U.C.K, Paul agguanta un trapano e fissa sull’estremità della punta una rosa di plettri. In questo modo, i plettri girando a velocità iperbolica e gli permettono di eseguire melodie stralunate, con dei trillati da mandolinista scappato dall’inferno. Con questo sistema, Paul suona la chiusura del suo celeberrimo assolo di “Daddy Brother Lover Little Boy”, traccia che apre l’album più noto dei Mr. Big, LEAN INTO IT (1991). (Sul sito di Radiofreccia trovi delle lezioni di chitarra con Paul Gilbert!)


Un pannolino nel disco di Peter Gabriel

Anche se tutti lo associano quasi esclusivamente ai King Crimson, la lista di musicisti con cui ha suonato Tony Levin fa girare la testa. David Bowie, John Lennon, Dire Straits, Pink Floyd, James Taylor. Levin ha suonato anche su uno dei dischi decisivi della storia musicale di Peter Gabriel, SO del 1987. In studio, durate le registrazioni di questo disco, il produttore artistico Daniel Lanois (mago del suono nel capolavoro degli U2 THE JOSHUA TREE, 1987) chiede a Tony Levin un sound di basso particolare per “Don’t Give Up”, pezzo in cui canterà anche Kate Bush: serve un timbro scuro, ovattato e tozzo. Così, Tony Levin agguanta un pannolino della figlia neonata e lo incastra sotto lo corde del basso, come sordina. Suonando in quel modo, ottiene il timbro desiderato che - tra l’altro - è quello di una della linee di basso più efficaci ed emozionanti di sempre. (Leggi la storia completa)


Billy Idol e l'assolo a raggi laser

“Rebel Yel” è il successo di Billy Idol che conoscono anche i sassi. In quella canzone, contenuta nell’omonimo album del 1983, ci sono le chitarre spettacolari di Steve Stevens che suona come una forza della natura. Tutto è un mix perfetto di potenza, tiro, eleganza e suono. Ma anche stravaganza, perché nel mezzo del assolo si sente ad un certo punto la chitarra che - letteralmente - s’imbizzarrisce, pare nitrisca. Per fare quel suono matto, Steve Stevens utilizzerà una pistola giocattolo che simula le armi a raggi laser che si vedevano in vetusti film da fantascienza. Puntandola sui microfoni della sua chitarra e sparando, Stevens crea quell’effetto stupefacente che poi utilizzerà anche su “Dirty Diana” di Michael Jackson, pezzo in cui Stevens sarà ospite e contenuto nell’album BAD (1987).


Il vibratore dei Jane's Addiction

Restiamo sui giocattoli ma, questa volta, non per bambini. Perché Dave Navarro dei Jane’s Addiction sulla sua chitarra utilizzava addirittura un vibratore! Quando uscirono i Jane’s Addiction, ascoltare la loro musica era come guardare in una palla di vetro e scoprire l’alternative che avrebbe stravolto il rock dei decenni a seguire: funk, crossover, metal, psichedelia…artefice di quel sound così sperimentale e moderno era, in buona parte, proprio il chitarrista Dave Navarro che tanti ricorderanno essere stato la sei corde dei Red Hot Chili Peppers in ONE HO MINUTE (1995). A ridosso della pubblicazione di RITUAL DE LO ABITUAL (capolavoro dei Jane’s Addiction del 1990) in un’intervista a Guitar World, Dave Navarro parlando della sua strumentazione e dei suoni suggestivi che otteneva dalla sua chitarra elettrica, svelava l’utilizzo, soprattutto dal vivo, di un vibratore. Spiegava Dave Navarro: “E’ un vibratore che ho trovato in un sexy shop nel quartiere a luci rosse di Amsterdam. Lo tendo acceso sopra i pick-up ed esce un suono fantastico che poi manipolo con gli effetti: l’echo, il chorus o il wah wah.. Sul palco, quando non lo uso, lo tengo attaccato al mio amplificatore con il velcro, così posso afferrarlo in un attimo.”

Noi abbiamo selezionato i più pittoreschi ma la storia del rock è zeppa di musicisti leggendari che hanno utilizzato in maniera straordinariamente creativa gli oggetti più impensabili per suonare: da Jimi Hendrix che usava i denti al posto del plettro a Brian May che, invece, al posto del plettro ha sempre preferito una monetina da sei penny. Per non parlare di Jimmy Page che suonava la sua chitarra Les Paul utilizzando un archetto per violino o Syd Barret che creava i suoni più strani sfregando il suo accendino sulle corde della chitarra. E la lista sarebbe ancora lunga….

Grazie ad AmbraMarie per lo spunto creativo nell'ideazione di questo pezzo!