21 ottobre 2024

Che senso ha la Rock and Roll Hall Of Fame?

Nel weekend si è tenuta l'edizione 2024 della Rock And Roll Hall Of Fame, tra gli omaggi ad Ozzy Osbourne ed MC5 e una manifestazione che forse non ha più senso

Come accade ormai da quasi 40 anni a questa parte - la prima cerimonia risale al 1986 - la serata di gala della Rock And Roll Hall Of Fame è un momento considerato da molti come l'apice di una stagione musicale o, addirittura, della propria carriera.

L'ultima cerimonia di ammissione si è svolto lo scorso weekend a Cleveland, dando il benvenuto a nomi dal background più disparato come Cher, Peter Frampton, Dave Matthews Band e, soprattutto, Ozzy Osbourne.

Presentato da Jack Black, il Principe delle Tenebre è stato introdotto per la seconda volta nella Rock and Roll Hall Of Fame per il suo lavoro da solista, dopo ave ricevuto l'onore già nel 2006 come membro dei Black Sabbath, venendo omaggiato da una vera superband.

A darsi il cambio sul palco per un set che ha incluso classici come Crazy Train, Mama I'm Coming Home e No More Tears, un gruppo di amici composto da Maynard James Keenan dei Tool. Robert Trujillo dei Metallica (ed ex membro della band di Ozzy), il fido Zakk Wylde, Chad Smith dei RHCP, Andrew Watt, Wolfgang Van Halen, Billy Idol con Steve Stevens, Andy Wakeman  e la superstar del country pop moderno Jelly Roll.

Tra gli altri momenti rock, il discorso sulle origini del punk frutto degli MC5 operato dal prof. Tom Morello,  l'omaggio ai Foreigner che ha messo in fila sul palco Slash, Sammy Hagar, Demi Lovato e Kelly Clarkson e Peter Frampton con Keith Urban.



L'interesse per la rock and Roll Hall Of Fame

Specialmente alla luce delle continue polemiche degli ultimi anni in cui, salvo rari casi, il board è sembrato più preoccupato di spingere l'acceleratore sulla, per quanto ci riguarda legittima, decisione di ampliare ad artisti di generi diversi dal rock canonico, c'è da chiedersi: la Rock And Roll Hall Of fame ha ancora senso?

Per alcuni artisti è ancora una pubblica certificazione di 'legittimità', qualcosa che possa segnalare nei libri di storia che si è diventati parte di una cerchia (più o meno) ristretta di leggende, sebbene per mano di un ristretto numero di esperti e di un altrettanto ristretto numero di fan: quelli che hanno saputo della possibilità di votare e che si sono presi la briga di farlo.

Altri non dimostrano particolare interesse, altri buttano lì un disinteresse che, in caso di elezione, cede il passo ad una moderata soddisfazione, altri ancora non temono di esprimere un assoluto dissenso.


Che senso ha la Rock and Roll Hall Of Fame?
PHOTO CREDIT: Michael Zorn/Shutterstock / ipa-agency.net / Fotogramma

Chi ha bisogno della Rock And Roll Hall Of Fame?

La verità, però, è che forse della Rock And Roll Hall Of Fame, così come di tanti altri eventi di questo tipo, si sente il bisogno solo per esigenza di notizia o per dinamiche dell'industry americana ma il fascino di una manifestazione del genere e il suo significato, appartengono ad un'era che non esiste più.

C'è sicuramente un discorso legato alla tipologia di evento, la stessa dei Grammy o di awards di emittenti che sono risultati rilevanti al massimo fino ad una ventina di anni fa, salvo poi diventare solo una continua ridondanza di nomi, sponsor da vendere e rimpatriate per assidui frequentanti dello showbiz.

Tipo la festa con i compagni delle medie, di quelli che hanno i dischi d'oro attaccati sulla tazza del cesso.

Compagni delle medie che, nella gran parte delle occasioni, sembrano avere i propri natali negli Stati Uniti nonostante molti degli atleti da record della disciplina provengano dall'Europa.

Se sei fuori dai confini americani puoi essere un grande artista ma se resti dentro lo sei di sicuro un po' di più.

Bisogna poi fare i conti con tutta una serie di considerazioni che rientrano quasi nel concettuale e che sembrano offrire un continuo corto circuito a chi cerca di analizzare i nomi introdotti nella Rock And Roll Hall Of Fame.




Che confusione, sarà perché storicizziamo

Paradossalmente sembra che vengano messi spesso da parte nomi che sono legati propri ai generi che uno si aspetterebbe di trovare in una lista del genere, come il metal, che recentemente è stato spesso al centro di discussioni, ad esempio per la questione Iron Maiden.

A meno che non si tratti di Ozzy, ovviamente, che non è solo una delle più grandi rockstar della storia ma anche uno dei più grandi entertainer e personaggi televisivi, che in America ci si è trasferito da un bel po', prima di ritornare a casa.

C'è poi l'intenzione, ripetuta molte volte negli ultimi anni dal board, di ampliare le vedute, di inserire l'hip hop e generi che con il nome titolare del premio hanno a poco a che vedere perché anche il rock, del resto, è frutto di continue contaminazioni.

Una punto corretto questo che sembra però diventare quasi una missione esclusiva che non tiene conto dell'importanza che nella storia del rock e nel suo sviluppo hanno, ad esempio, le sottoculture e le band che nel mainstream non sono mai arrivate pur influenzando e cambiando per sempre le sorti della musica o che il mainstream lo hanno conquistato partendo dal basso.

Come a dire che le motivazioni spesso assegnate hanno a che fare con l'impatto culturale, l'influenza, la legacy ma sempre a patto che il tutto arrivi da act che sono in qualche modo parte dell'establishment.




Da una parte c'è la dichiarata necessità di voler premiare delle glorie, dall'altra l'intenzione di voler cercare di includere nuovi suoni e generi, in un continuo rimbalzo tra un genere ormai storicizzato come il rock classico e l'illusione di qualcosa di nuovo, senza mai proporlo davvero.

Che proporre un virtuale passaggio di testimone tra Dua Lipa e Cher con la benedizione di Zendaya o portare sul palco Jelly Roll che, con Zakk Wylde alla chitarra canta 'Mama, I'm Coming Home' di Ozzy o l'amico dei giovani Prof. Tom Morello che celebra l'innegabile importanza degli MC5 possano avvicinare le nuove generazioni alla musica del passato o dare alle giovani superstar mondiali una nuova platea? 

Ne dubito.

A Cleveland la Rock And Roll Hall Of Fame ha realizzato il suo museo che è sì quello visitabile tra le sale ma anche quello che viene presentato sul palco e in TV in uno show in cui è bello vedere omaggiare alcuni beniamini e abbozzare ponti tra generazioni ma che sembra solo una mischione confuso, immobilizzato in un'altra epoca.