Bruce Dickinson: "Chi vuole pagare più di 1000 dollari per vedere gli U2?"
Il frontman degli Iron Maiden ha commentato il rincaro dei prezzi dei biglietti e la crisi del mercato dei live
Bruce Dickinson ha voluto commentare lo stato della musica e le difficoltà affrontate sia dagli artisti che dal pubblico che si trova costretto a sborsare cifre considerevoli per assistere a qualsiasi concerto
Il frontman degli Iron Maiden è tornato a inizio mese con "The Mandrake Project", il primo lavoro solista in quasi 20 anni.
Dickinson sarà in concerto in Italia a luglio con due date con Radiofreccia come radio partner, il 5 luglio a Rock In Roma e il 6 luglio come headliner della prima giornata di Metal Park a Romano D'Ezzelino, in provincia di Vicenza.
Bruce Dickinson non sarà mai un DJ
Con il passare degli anni andare a vedere qualsiasi artista dal vivo è diventato affare sempre più dispendioso ed esclusivo per i fan che, ormai, si trovano a dover sborsare anche per artisti minori cifre che solo pochi anni fa avrebbero garantito l'accesso agli show più prestigiosi.
Una crisi frutto di diverse problematiche, dalla crisi del mercato discografico a causa dello streaming allo stop forzato del COVID che ha fatto fare un ulteriore balzo in avanti ai costi di produzione.
Sulla questione si è espresso Bruce Dickinson parlando al messicano ATMosferas Magazine di come il mercato musicale sia cambiato negli ultimi decenni.
"Se sei un artista, si è contratta e ristretta in termini di soldi che guadagni grazie alla tua arte. A meno che tu non sia un fenomeno dei social media o un DJ che arriva con una chiavetta USB e viene pagato cinque volte il cachet di una band, che deve poi dividerlo per otto mentre lui finge di fare qualcosa e torna a casa con una quantità enorme di soldi. In questo senso il mondo è andato a rotoli e non c'è molto che si possa fare a riguardo, bisogna solo conviverci", ha esordito Dickinson.
La leggenda del metal ci tiene poi a rassicurare i suoi fan sulla prospettiva di vederlo in consolle per poter guadagnare più soldi. "Non ho alcun desiderio di diventare un DJ. Son un cantante, un musicista, ho delle band e altri musicisti e credo che tutti debbano guadagnare quando lavorano con me. Quindi la cosa migliore che possa fare è cercare di rendere felici tutti, che tutti possano guadagnarsi da vivere suonando grande musica dal vivo".
L'impatto negativo dei servizi di streaming
Un altro dei grandi temi del mercato discografico è, ovviamente, l'impatto negativo avuto dallo streaming sull'industria che, per forza di cose, si è adattato ad un nuovo modello di business che secondo Dickinson finisce per scontentare tutti.
"Per quanto riguarda la vendita dei dischi, credo ci vadano tutti a perdere. Ci sono servizi di streaming come Spotify e gli altri che, sostanzialmente, derubano gli artisti pagandoli quasi nulla per la loro musica e, nonostante tutto, sono comunque in perdita. Quindi loro non ci guadagnano e i musicisti perdono soldi. Le nuove band fanno fatica ma ci provano lo stesso perché sono guidati dalla passione. Quindi se i servizi di streaming potessero pagare decentemente gli artisti, e questo significherebbe probabilmente che gli utenti dovrebbero pagare di più e non sono sicuro lo farebbero, forse ci sarebbero meno utenti ma sarebbero tutti appassionati che amano veramente la musica, non solo occasionali che si abbonano perché è economico.