Bob Geldof ha parlato del suo ruolo come protagonista di "The Wall" dei Pink Floyd, definendosi 'imbarazzato' dall'interpretazione.
Il leader dei Boomtown Rats e motore del Live Aid ha raccontato del suo rapporto conflittuale con la pellicola basata sulla rock opera dei Pink Floyd nel corso di una sessione di Q&A.
L'artista irlandese ha poi voluto esprimere il suo punto di vista sulla differenza tra musicisti e attori.
Bob Geldof nel ruolo di Pink
Nel corso della storia del rock sono molti gli artisti che hanno intrapreso strade alternative divagando in mondi vicini ma diversi, come quello del cinema.
Flea, ad esempio, è apparso in numerose pellicole, su tutte nella serie "Ritorno Al Futuro". Elvis Presley ha realizzato una vera e propria carriera parallela sui set di Hollywood. David Bowie ha legato il suo volto a numerose pellicole, da "L'uomo caduto sulla luna" all'iconico Labyrinth e, addirittura, anche "Il mio West" di Pieraccioni. E ancora Sting o, banalmente, l'esempio più moderno e calzante, Jared Leto.
Ci sono casi, poi, come quello di Bob Geldof che, da musicista, è passato sì sul grande schermo ma sempre per partecipare al progetto di una band.
Stiamo, ovviamente, parlando del film di The Wall dei Pink Floyd uscito nel 1982 per la regia di Alan Parker e incentrato sull'omonimo concept album del 1979. In quell'occasione, il leader dei Boomtown Rats interpretò il protagonista, la rockstar Pink.
Intervenuto in una sessione di Q&A all'EnergaCamerimage Film Festival, in Polonia, Geldof ha detto di non amare particolarmente la sua performance in The Wall.
Un problema che, spiega, gli ha permesso di vedere il film per intero solo un paio di volte da quando è uscito, più di 40 anni fa.
"Non mi piace, penso di essere tremendo. Ho visto il film due volte e tutto ciò che brovo è imbarazzo", ha raccontato la star irlandese che, ha aggiunto, è stato in grado di completare le riprese solo grazie al supporto del direttore della fotografia.
"Ero imbarazzato ogni giorno da quanto facevo schifo. Non mi piace guardarmi, non mi piace sentirmi e nemmeno ascoltarmi. L'ultima cosa che vorrei fare è vedere il mio volto sulla facciata di un edificio".